sabato 15 febbraio 2020

Recensione: Grass Kings, di Matt Kindt e Tyler Jenkins

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Eccomi di nuovo con la recensione in anteprima, gentilmente concessa dall'Oscar Mondadori, di un graphic novel thriller che uscirà esattamente il 18 febbraio: sto parlando di Grass Kings, un'opera nata dalla penna di Matt Kindt e dal pennello di Tyler Jenkins.



Grass Kings 
di Matt Kindt e Tyler Jenkins

Risultato immagini per grass kings


Trama

Il Regno della prateria è una strana, inquietante enclave della profonda provincia rurale americana: all'apparenza si tratta semplicemente di uno squallido campo caravan sulla riva di un lago nei pressi di Cargill City. Qualcuno dice che ci abiti un serial killer. Ma in realtà è una sorte di terra promessa per ogni specie di disperati e derelitti.  E sopratutto è il regno dei tre Grass Kings, i re della Prateria, tre fratelli in lotta da tempo con le istituzioni locali e soprattutto con lo sceriffo di Cargill, Humbert. Il più anziano è Bruce: ex sceriffo della città di Raven, passa le giornate a pattugliare il Regno, ne è diventato la polizia non ufficiale. Robert, suo fratello minore, è il vero sovrano, ma è anche solo e infelice; qualche anno prima la figlia Rose è scomparsa nei pressi del lago, e di lì a poco anche della moglie si è persa ogni traccia. Infine c'è Ashur, il fratello più giovane, appena un ragazzo. E poi c'è Maria: è emersa un giorno dal lago davanti alla porta di Robert, in cerca di rifugio. Lui l'ha accolta, l'ha accudita fino a che Maria non ha recuperato le forze, nell'illusione che quella giovane donna misteriosa possa essere la figlia perduta. Ma forse la sua decisione porterà quel misero regno alla distruzione. 



Recensione

Devo precisare che questa era la prima volta che mi relazionavo con un graphic novel e non sapevo cosa aspettarmi. Beh, lasciatevi dire che non mi pento affatto di averlo letto! Al di là dei singoli personaggi principali che sono già ampiamente descritti nella trama, posso dirvi che Grass Kings si è rivelato portavoce di molteplici problematiche che si possono incontrare nella vita di tutti i giorni, quei segreti che tutti conoscono ma di cui nessuno parla, gli scheletri nelll'armadio di ogni stato, città o famiglia, che sarebbero in grado di portare alla rovina se venissero fuori.

Ho apprezzato particolarmente la caratterizzazione dei singoli personaggi, perché si è rivelata profonda. Nessuno di loro può definirsi piatto o scontato, tutt'altro: nel Regno della Prateria niente è come sembra. 
In un intreccio di passato e presente, presentato con una naturalezza tale da non appesantire né rallentare affatto la lettura, le storie degli abitanti della prateria saranno un intrigante contorno al mistero centrale. 
Sarò sincera e vi dirò che spesso mi distraevo dal "caso centrale" per interessarmi più alle questioni minori, ai pettegolezzi di città per intenderci. Un buon libro deve rispecchiare la realtà e così come un fulmine a ciel sereno non è mai credibile, allo stesso modo un omicidio in paradiso è alquanto poco realistico. Grass Kings fortunatamente non è caduto nel cliché ed è stato capace di portare avanti più storie in contemporanea, nonostante la scarsità di spazio fisico per raccontare, trattandosi pur sempre di un fumetto. In questo modo, come in un grande puzzle, ogni pezzo inizia ad andare al suo posto. 

L'unica pecca che mi sento di sottolineare è il finale in qualche modo affrettato. Mi spiego meglio: la risoluzione del caso porterà ad un personaggio che, nel modo in cui viene rappresentato alla fine, devo ammettere di aver apprezzato particolarmente; così come i coinvolgimenti esterni di cui si era servito. Quello che non mi è piaciuto è stato il modo sbrigativo con cui il resto degli abitanti della prateria ha deciso di trattarlo, come se non avesse decimato la popolazione... non so, lì per lì mi ha lasciato interdetta. 

Ma ad ogni modo, tirando le somme, Grass Kings è stata una piacevole e interessante lettura. I dialoghi scorrono in fretta così come le immagini ad acquarello. I colori sono spettacolari e lo stile dell'artista è piacevole, perché capace di trasmettere dove le parole non possono arrivare. 
Sul finale posso solo dirvi, senza fare spoiler, che personalmente l'ho trovato agrodolce, e vi dirò, probabilmente non è un male perché capace di lasciare ancor più il segno. 

Se siete curiosi e volete dare un'occhiata per vedere se potrebbe essere il vostro genere o anche soltanto un piacevole esperimento, vi lascio qui il link della pagina della Mondadori dove è possibile trovare una breve anteprima.



VOTO

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