lunedì 20 luglio 2020

Recensione: Le sette morti di Evelyn Hardcastle, di Stuart Turton

Le sette morti di Evelyn Hardcastle Stuart Turton recensione di Pagine di Inchiostro

Il libro di cui vi parlerò oggi l'ho divorato in due giorni (e non in uno, solo perché la mia coscienza ha ancora la strana convinzione che le quattro del mattino siano un orario dedicato al sonno...)! Sto parlando di Le sette morti di Evelyn Hardcastle, di Stuart Turton.

Premetto che ogni lettore ha i suoi punti deboli, quelle tematiche, quegli sviluppi o anche quei personaggi che lo fanno andare in brodo di giuggiole. Ebbene, questo libro ha racchiuso alcuni dei miei punti deboli, quindi tenetevi pronti perché ho tutta l'intenzione di sconvolgervi a tal punto da farvi correre ad acquistarlo!



Le sette morti di Evelyn Hardcastle

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Trama

Blackheath House è una maestosa residenza di campagna cinta da migliaia di acri di foresta, una tenuta enorme che, nelle sue sale dagli stucchi sbrecciati dal tempo, è pronta ad accogliere gli invitati al ballo in maschera indetto da Lord Peter e Lady Helena Hardcastle. Gli ospiti sono membri dell'alta società, ufficiali, banchieri, medici ai quali è ben nota la tenuta degli Hardcastle. Diciannove anni prima erano tutti presenti al ricevimento in cui un tragico evento - la morte del giovane Thomas Hardcastle - ha segnato la storia della famiglia e della loro residenza, condannando entrambe a un inesorabile declino. Ora sono accorsi attratti dalla singolare circostanza di ritrovarsi di nuovo insieme, dalle sorprese promesse da Lord Peter per la serata, dai costumi bizzarri da indossare, dai fuochi d'artificio. Alle undici della sera, tuttavia, la morte torna a gettare i suoi dadi a Blackheath House. Nell'attimo in cui esplodono nell'aria i preannunciati fuochi d'artificio, Evelyn, la giovane e bella figlia di Lord Peter e Lady Helena, scivola lentamente nell'acqua del laghetto che orna il giardino antistante la casa. Morta, per un colpo di pistola al ventre. Un tragico decesso che non pone fine alle crudeli sorprese della festa. L'invito al ballo si rivela un gioco spietato, una trappola inaspettata per i convenuti a Blackheath House e per uno di loro in particolare: Aiden Bishop. Evelyn Hardcastle non morirà, infatti, una volta sola. Finché Aiden non risolverà il mistero della sua morte, la scena della caduta nell'acqua si ripeterà, incessantemente, giorno dopo giorno. E ogni volta si concluderà con il fatidico colpo di pistola. La sola via per porre fine a questo tragico gioco è identificare l'assassino. Ma, al sorgere di ogni nuovo giorno, Aiden si sveglia nel corpo di un ospite differente. E qualcuno è determinato a impedirgli di fuggire da Blackheath House...




Recensione

Nonostante sia passato soltanto un giorno da quando ho finito il libro a quando ne sto scrivendo la recensione, ho pensato a lungo a come proporvela, a quanto dire e a come farlo, perché è un libro davvero complesso e innovativo e con una struttura narrativa fuori dal normale! Cercherò quindi di andare piano e con ordine.

Inizio subito con l'inquadrarvi questa geniale scoperta: Le sette morti di Evelyne Hardcastle è un giallo dai tratti paranormali, perché caratterizzato da viaggi nel tempo e reincarnazioni, ma con una vena distopica. Un'accozzaglia di cose, direte voi. E invece no! 

*Come promesso ho intenzione di andare per ordine e per farlo mi avvarrò di un'analisi basata sui tre generi a cui appartiene.

Scopriamo dalla trama della presenza di un duplice assassinio, uno avvenuto ben diciannove anni prima e l'altro verificatosi durante la presenza del protagonista a quella che può definirsi la classica località dei gialli inglesi, una curiosa quanto sinistra mansione familiare. Persino la festa con delitto è un classico di questo genere, ma il vero colpo da maestro dell'autore sta nel portare un protagonista di cui, in realtà, non si sa nulla, nemmeno l'aspetto. Il nostro Aiden Bishop non si può definire aitante né dotato di due bellissimi baffi rivolti all'insù o tantomeno caratterizzato da un particolare acume, per il semplice fatto che di Aiden Bishop all'interno del libro non ci rimane che un'eco lontano. Scelta curiosa, e a parer mio vincente, è stata quella di non porre un investigatore esterno, ma di far progredire le indagini dal punto di vista degli stessi personaggi coinvolti, quelli che solitamente sarebbero solo i sospettati. 

In particolar modo, la prima cosa che ho notato e su cui ho continuato a fare attenzione fino alla fine è stata la meticolosa attenzione dell'autore nel non dare per scontato che il lettore si potesse ricordare tutti i nomi dopo una sola presentazione. Molte volte -troppe se volete il mio parere- gli autori danno il via alle presentazioni per poi andare a presentare il "fattaccio" con un'ingenuità per i casi migliori, e un'arroganza per i peggiori, tale da far loro credere che il solo aver citato i personaggi una volta o due sia sufficiente ad inquadrare perfettamente la situazione, finendo col costringerti a sfogliare nervosamente le pagine per tornare indietro a trovare il momento in cui il personaggio ci veniva introdotto. Specialmente per i gialli che mi sono ritrovata a leggere nel corso degli anni non ho mai trovato una particolare attenzione a questo aspetto, per me fondamentale e di estrema importanza, attenzione che invece, come già detto, ho riscontrato in questo libro. Vi posso quindi già rassicurare che, se i vostri timori si concentrano sulla molteplicità di personaggi, non avrete brutte sorprese, anzi. 
Altro aspetto che non poteva mancare per essere un giallo che si rispetti è il non lasciare nulla al caso: ogni più piccolo dettaglio di questo libro, infatti, è stato studiato a tavolino in modo estremamente scrupoloso affinché non si potessero generare confusioni di sorta. Ho poi particolarmente apprezzato come l'autore sia stato in grado di calarsi nel lettore, mi spiego: quante volte vi sarà capitato di trovarvi di fronte a scelte da parte del protagonista più drastiche di quanto in realtà non sarebbero dovute essere o di assistere a snodi narrativi che speravano di essere accettati senza problemi solo per il semplice fatto di esistere; quante volte avete pensato "Ma perché fare così e non in quest'altro modo?" e poi non avete ricevuto risposta? Ovviamente questi "errori", sempre se così si possono chiamare, sono dovuti al semplice fatto che l'autore quando scrive ha in mente una storia ben precisa e talvolta, consapevolmente o meno, davanti a situazioni dalle molteplici risoluzioni chiudono un occhio a tutte quelle altre possibilità che li porterebbero lontani dalla loro idea d'origine, rimanendo per l'appunto nel ruolo di scrittore e non calandosi in quello del lettore. Il nostro geniale Stuart Turton ha invece pensato proprio a tutto: ogni volta -e dico ogni volta- che mi fermavo a pensare che forse in un altro modo le cose si sarebbero potute risolvere prima, più facilmente o con più coerenza, eccolo lì che attraverso i pensieri del nostro protagonista non solo analizzava tutte le possibili opzioni, tra cui la mia, ma spiegava anche per quali ragioni quella che poi sarà la scelta fatta sarebbe la più corretta. Le prime volte mi sono ritrovata spiazzata, perché ho come avuto la sensazione che il libro potesse ascoltarmi, quelle successive è stato come ritrovare un vecchio amico che si cerca, ancora e nonostante tutto, di mettere alla prova.

Dunque, quello che può risultare un interessante giallo già di per sé, ha un forte salto di qualità con la fusione del genere a dei tratti paranormali. Come già introdotto dalla trama e da me poco sopra, il nostro protagonista è alquanto singolare, perché costretto a reincarnarsi ogni giorno per otto giorni in uno degli ospiti della tenuta denominata Blackheath. In realtà il limite di otto giorni si rivelerà fittizio dal momento che quello che avviene è un ciclo continuo e all'apparenza perenne che si riazzera allo scadere dell'ultimo giorno. Aiden si ritrova dunque imprigionato in questo loop temporale la cui unica via d'uscita sembra essere la risoluzione dell'omicidio: chi è l'assassino di Evelyn Hardcastle? 
Amanti dei viaggi nel tempo fatevi avanti, perché questo è il libro che fa per voi! Personalmente ho amato alla follia il modo in cui l'autore sia stato in grado di portare avanti questa coraggiosa scelta narrativa e specialmente come sia stato in grado di gestire le reincarnazioni. Ecco l'altro argomento saliente del libro! 
Reincarnazioni: cosa implicano e come si mescolano al loop temporale. Come già detto, Aiden ogni giorno si ritrova nel corpo di uno degli ospiti alla festa e, fortunatamente, mantiene la memoria dei giorni passati (ovviamente tutto nel limite degli otto giorni del ciclo). Questo gli permetterà di avere un quadro più chiaro della situazione e di portare avanti le indagini con una maggiore praticità. Quello che non sa all'inizio, però, è che i corpi che lo ospitano non sono solo dei contenitori, ma conservano la propria mentalità, i propri pregi e, soprattutto, i propri difetti. Attraverso quest'espediente estremamente nuovo, abbiamo modo di conoscere una buona parte dei personaggi (e dei sospettati) sotto una nuova luce, una prospettiva più intima e completa. Per essere un libro giallo presenta una forte e profonda caratterizzazione dei personaggi come non mi sarei mai aspettata!

Lo stile chiaro e pulito dell'autore è la corretta contrapposizione all'articolato e complesso intreccio della trama. Vi avverto che se cercate una lettura leggera, una di quelle che si possono affrontare al mare, magari in uno stato di dormiveglia o davanti al televisore, non è il libro che fa per voi. Le sette morti di Evelyn Hardcastle è un romanzo caratterizzato da una trama complessa e sviscerante, necessita di una profonda attenzione perché, sebbene l'autore sia stato particolarmente attento al rendere chiari ed evidenti tutti gli snodi che si andavano via via ad affrontare e allo spiegare tutti gli indizi che si erano incontrati, la complessità stessa del libro richiede che le sia prestato il giusto interesse.

Altro aspetto senza dubbio delirante e allo stesso tempo entusiasmante è come questo processo di reincarnazioni vada ad interferire con il "normale" sviluppo della storia: non stiamo, infatti, parlando semplicemente di un uomo che salta di qua e di là nei corpi delle persone, ma di un'intera compagine di personaggi in realtà capeggiati dalla stessa persona: lo stesso Aiden. La prima reincarnazione, ma così come la quarta o la sesta o l'ottava, si ritrova a coesistere con tutte le altre sette reincarnazioni. Si potrebbe quasi dire che metà cast sia in realtà interpretato dalla stessa persona. Questa notizia adesso vi potrebbe far sottovalutare la complessità delle implicazioni che la riguardano, ma ci sono qua io a fermarvi e a dirvi che quello che per voi potrebbe apparire come un vantaggio, non è tale, ma anzi potrebbe addirittura essere visto come uno svantaggio. 

Quello in cui veniamo catapultati è un affascinante quanto complesso sistema di cui impariamo a comprendere il meccanismo pagina dopo pagina; partiamo da un ingranaggio di cui non sappiamo neanche il nome per finire a costruire insieme al protagonista l'intera macchina che lo tiene prigioniero. Avete presente tutti quei libri dove lo slogan più accattivante è "Preparatevi a rimanere sorpresi, qui niente è come sembra"? Ecco, prendete questa frase, accartocciatela e buttatela nel cestino, perché dopo questo libro non potrà essere usata per nessun altro romanzo! Sembrerà drastico, ma vi assicuro che la quantità dei colpi di scena (plot twist per gli amanti degli inglecismi) presenti sono talmente tanti da avermene fatto perdere il conto e sono uno più geniale dell'altro: come ogni cosa, però, ho il mio preferito e in questo caso riguarda un colpo di scena che in realtà è sempre stato alla luce del sole, mai realmente nascosto, ma che presi dalla frenesia non potrete notare neanche voi.

Eccoci giunti all'ultimo genere a cui secondo me appartiene questo libro: la distopia. Premetto che questa è una mera considerazione personale per la quale non ho trovato reale riscontro nelle dichiarazioni dell'autore o della casa editrice, ma le rivelazioni all'interno del libro mi hanno richiamato alla memoria libri e film distopici e non potevo ignorare questa mia epifania personale. Io amo il genere distopico, chi mi segue già ne è al corrente e chi invece è nuovo... beh, ora lo sa! Quindi non sorprende nessuno il fatto che non appena mi sono resa conto di dove si stava andando a parere, questo libro abbia guadagnato mille punti in più; ma perché sono convinta che ci sia una velata idea distopica alla base? Ebbene, di nuovo, qui nulla è lasciato al caso, perciò aspettatevi anche una, per quanto parziale, motivazione, o meglio, un piano congegnato per il quale il nostro protagonista si ritrova nella situazione in cui è. Se fino a questo momento la vostra mente era stata sottoposta alle tribolazioni più varie ("le tribolazioni aguzzano il cervello", diceva Manzoni), alle quali però si era in un certo qual modo abituata, dopo aver compreso la reale portata del libro che avete tra le mani, la vostra mente abbatterà anche quell'ultimo muro di familiarità che vi eravate andati a costruire con tata cura, lasciandovi in balia di quesiti infiniti quanto infinite sarebbero le possibilità di sviluppo future. Non appena è stato chiaro il disegno più grande, si è andato a caratterizzare un universo che non potrei definire altrimenti se non distopico, e questo ha generato quella sana e positiva curiosità nel volerne sapere di più, semplicemente di più. Di questo libro non avrei mai avuto abbastanza e se non si fosse fermato l'autore, sicuramente non mi sarei fermata io a leggere. 

L'unica pecca, che poi pecca non è, quindi la chiamerei più un appunto personale basato su un mero sfizio che mi sarei voluta togliere, è il finale, e non sto parlando della risoluzione del caso, ma proprio delle ultime due pagine. Questo è uno di quei finali che può prestarsi alle più varie interpretazioni, ma che strizza l'occhio ad un happy ending che, per i miei gusti, mal si sposa con il genere distopico, pur risultando un perfetto finale per il genere giallo. 

Siamo infine giunti alla fine di questa recensione che, sarò sincera, è la più difficile che mi sia mai ritrovata a scrivere. L'evolversi dell'intera storia è uno spoiler continuo e trovare il modo di parlarvene, di farvelo apprezzare e soprattutto di farvi comprendere per quale motivo io l'abbia amato così tanto, è stato un'odissea. Spero davvero di essere riuscita a farvi arrivare, se non tutto, almeno la maggior parte di quello che è questo romanzo e di avervi incuriositi almeno un pochino. Raramente mi ritrovo ad apprezzare un libro con una tale intensità, perciò se vi fidate del consiglio di un'accanita lettrice, prendetelo, compratelo, divoratelo e perdetevi in esso, perché talvolta perdersi è l'unico modo per ritrovare la strada. 
Vi lascio con una frase del libro che lo riassume alla perfezione (e che riassume allo stesso modo il mio iter per questa recensione!)...


"Se non siamo all'inferno, certamente il diavolo sta prendendo appunti"



VOTO








10 commenti:

  1. Una recensione assolutamente perfetta, accattivante e super sentita. Mi hai convinta, voglio questo libro assolutamente!

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    1. Grazie mille! È stata una recensione sudata, ma sono contenta che ti abbia coinvolto a tal punto da convincerti a comprarlo ♡

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  2. Eccomi qui! Già ero super curiosa di leggere il libro, poi la tua recensione più che entusiasta mi ha fatto venire voglia ancora di più! *-*

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    1. Queste sono le piccole soddisfazioni della vita ahahah. Sono davvero contenta che la mia recensione sia servita a convincerti ancora di più!

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  3. Bellissima questa recensione! E' molto evidente il fatto che il libro ti sia piaciuto particolarmente. Io sinceramente non amo i gialli, ma sarei davvero curiosa di leggere questa storia,perchè sono sicura che potrebbero piacermi gli elementi paranormali di cui parli e, sopratutto, mi interessa il carattere distopico del racconto... ho appena scoperto questo genere, e già lo amo alla follia proprio come te! Libro aggiunto alla mia wishlist, grazie per questo approfondimento :)

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    1. Ti ringrazio!! Il bello di questo libro è che mescola più generi, di conseguenza se si potrebbe storcere il naso ad uno, rimarrebbe sempre un genere "di riserva"; diverso è se uno dei due (/tre) proprio non si sopporta...Ma vedo che non è il tuo caso e non posso che esserne felice! Sono altresì entusiasta che il genere distopico abbia conquistato un'altra persona e ti posso dire che le distopie non faranno che farti innamorare sempre di più di loro ♡
      Grazie a te per aver commentato e per aver apprezzato!

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  4. Sei troppo brava! Voglio più recensioni da te!

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    1. Ma grazie!! Ahahah anche io vorrei scrivere più recensioni, ma ci arriveremo ☆

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  5. Come già detto, ho visto ovunque questo libro, ma non sono molto convinta, dato che non è il mio genere.
    C’è solo un problema: con la tua recensione mi hai invogliata ad averlo!!

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    1. Ahahhah sono contenta!! Avevo paura che la recensione potesse apparire un po' complicata a coloro che non avevano letto il libro, ma sono contenta che ti abbia incuriosita nonostante non ti convincesse il genere ♡

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