lunedì 1 novembre 2021

Recensione: Graceling, di Kristin Cashore

Per la serie "riletture belle e dove trovarle", oggi vi parlo di Graceling. Primo di una trilogia, anche chiamata Trilogia dei Sette Regni, Graceling di Kristin Cashore è stato un tuffo nel passato, eppure nelle sue tematiche risulta essere ancora molto attuale.
Per la serie "riletture belle e dove trovarle", oggi vi parlo di Graceling. Primo di una trilogia, anche chiamata Trilogia dei Sette Regni, Graceling di Kristin Cashore è stato un tuffo nel passato, eppure nelle sue tematiche risulta essere ancora molto attuale.

Graceling
di Kristin Cashore

Per la serie "riletture belle e dove trovarle", oggi vi parlo di Graceling. Primo di una trilogia, anche chiamata Trilogia dei Sette Regni, Graceling di Kristin Cashore è stato un tuffo nel passato, eppure nelle sue tematiche risulta essere ancora molto attuale.

Curiosità: in giro si trovano due copertine quasi identiche, differiscono solo per il colore dell'occhio che si riflette sulla lama. A volte lo si trova come celeste, altre come verde, richiamando la caratteristica dell'eterocromia della protagonista.


Trama

Katje ha diciotto anni ed è una Graceling, una ragazza con un dono unico. Lo si intuisce dai suoi occhi, di colori diversi. Ma se capire chi è un Graceling è qualcosa di immediato, non lo è altrettanto individuarne il Dono. Esistono Graceling che possiedono la capacità di ripetere le parole al contrario o di ricordare dettagli insoliti, o di cucinare deliziosi piatti per la corte del re. Il Dono di Katje, però, non è come questi. È terrificante e spaventoso, incontrollabile. Il suo Dono è un segreto che per tutta la vita ha cercato di tenere nascosto al mondo, e in particolare a suo zio, re Rand. Ma ora le cose stanno per cambiare: Katje dovrà scegliere se inchinarsi davanti al sovrano più vendicativo dei Sette Regni, o fuggire insieme a un Graceling dallo sguardo intenso, che sembra conoscerla fin troppo bene... 


Recensione

La nostra protagonista è Katje (di cui tutt'oggi ignoro la corretta pronuncia), una ragazza con il Dono di uccidere. È infatti una Graceling, ovvero un'essere umano dotato di un potere, un'abilità sovrumana, che si manifesta con la presenza dell'eterocromia (gli occhi di due colori diversi): alcuni Doni sono utili -come quello di saper cucinare-, altri solo curiosi -come saper mantenere il respiro sott'acqua a lungo-, altri ancora pericolosi, e il Dono di Katje ricade proprio in quest'ultima categoria.

Orfana, Katje viene allevata dallo zio, il re di uno dei sette Regni del continente, con il solo scopo di essere un'arma, o come lei stessa si descrive, il suo mastino addestrato. Katje è uno dei personaggi femminili meglio scritti che io abbia mai letto: è forte, indipendente, ha degli ideali a cui non viene mai meno anche nelle situazioni peggiori, ma ha anche delle fragilità. Accusa gli anni di isolamento forzato a cui è stata sottoposta, prima in quanto Graceling e poi in quanto dotata di un Dono tanto violento e pericoloso, con un atteggiamento schivo e diffidente; non crede che qualcuno possa realmente tenere a lei o ammirarla; davanti agli altri si mostra priva di paura alcuna, ma il suo più grande incubo rimane lo zio, che per anni non ha fatto altro che abusarla psicologicamente, convincendola di non valere nulla e di non essere altro che un animale selvaggio che bisogna braccare. Per tutta la sua vita, Katje è stata costretta a scegliere fra il guinzaglio e l'essere abbattuta e questo, inevitabilmente, si ripercuote sulla sua capacità di relazionarsi con gli altri e di vedere se stessa. 

Ed è qui che entra in scena Po, quello che in qualche modo potrebbe essere inteso come il secondo protagonista della storia. Non so se avete mai incontrato l'espressione comfort character, (letteralmente un personaggio capace di farvi sentire a vostro agio, se non persino al sicuro e felici, specialmente nei momenti di sconforto) ecco, Po è il mio comfort character. Così come Katje è una dei personaggi femminili migliori che abbia mai incontrato, posso affermare con assoluta certezza che Po è IL personaggio maschile per eccellenza, e se la contende a pari merito solo con Rowan della trilogia di Attraverso il fuoco di Josephine Angelini (non a caso, un'altra delle mie serie preferite). Prendete il concetto di mascolinità tossica, ora prendete il suo opposto e troverete Po. Come personaggio è divertente, carismatico e, in quanto anch'egli Graceling, abilissimo nel suo Dono, ovvero il combattimento, ma è anche un grande comunicatore; è impossibile trovarlo antipatico, perché capace di ben dosare ciascun aspetto di sé: è rispettoso, gentile, scaltro, leale, crede in se stesso ed è capace di trovare del buono anche negli altri, pur rimanendo con i piedi per terra ed essendo estremamente pragmatico. Po vede del potenziale emotivo inespresso in Katje e l'aiuterà a fare chiarezza nei confronti dell'unico uomo sulla terra che lei temi. Sarà in grado di supportarla e guidarla verso una direzione più sana e sicura, lasciandole comunque modo di fare le proprie scelte e di decidere, per la prima volta, per sé. 

La loro dinamica è qualcosa di speciale. Per certi versi ricorda molto quella di Katniss e Peeta di Hunger Games*, ma mentre quest'ultima alla fine sembra ancora ancorata a terra, quella fra Katje e Po spicca il volo ed è capace di emularne gli aspetti positivi che si trovano nei tre libri dell'altra con uno solo [!! Non voglio assolutamente mettere a paragone le due saghe, ma mi era utile il confronto con Hunger Games, decisamente più conosciuta, per farvi capire come questa tipologia di dinamica poco diffusa si presentasse all'interno del romanzo].

*Hunger Games viene pubblicato per la prima volta il 14 settembre 2008, Graceling il 1 ottobre 2008. Non si tratta dunque di plagio o imitazione alcuna, se ve lo stesse chiedendo. Sicuramente però è curioso come a distanza di 16 giorni siano nate due protagoniste ancora oggi fra le più singolari e che sicuramente, per quanto mi riguarda, hanno fatto la storia.

Come stavo dicendo, la loro relazione parte prima dal muto rispetto, nato dal riconoscimento delle reciproche abilità nel combattere, per poi trasformarsi in amicizia. Ci saranno degli alti e bassi, che però saranno in grado di superare e che, anzi, rafforzeranno il loro legame. Dopo alcune rivelazioni, infatti, Katje scoprirà che ad unirli c'è più dell'abilità nel combattere: entrambi condividono il fardello di un Dono agli occhi degli altri spaventoso e capace di ghettizzarli. Da qui, il viaggio in solitaria che intraprenderanno e che li costringerà alla sola reciproca compagnia (se volete, una rivisitazione curiosa del "one bed trope", ovvero il "tropo* di un solo letto")   

*Nella letteratura, il tropo è un elemento riconoscibile radicato nella cultura che non necessita di spiegazioni e che genera determinate, e fisse, aspettative nel lettore. Qui potete approfondire meglio.

La loro è una relazione che si costruisce pian piano, non corrono affatto e, anzi, ho molto apprezzato come entrambi si prendano il tempo di analizzare le proprie emozioni, metterle sul tavolo e aspettare, prima di fare qualcosa, il consenso esplicito della controparte. Più ripenso al loro rapporto, più lo ritengo la rappresentazione ideale di relazione romantica, in quanto rappresentante di dinamiche sane e basate sul consenso. 
Altro aspetto degno di nota è anche la placida presa di consapevolezza da parte di Po che la parte più forte e potente della coppia è Katje e che lui non riuscirà mai ad eguagliarla. Invece di sminuirla per una qualche rivalsa personale, lui è il primo a tesserne le lodi con gli altri e con lei stessa; è il suo più grande fan e il sostenitore migliore che qualcuno possa desiderare. Non si vergogna del fatto che in un combattimento verrà sempre battuto da Katje o che lei sia quasi indistruttibile e Katje, allo stesso tempo, è consapevole che se è riuscita a riprendere in mano la propria vita e a riscoprire una nuova se stessa è solo grazie a Po, la parte della coppia forse non più forte fisicamente, ma sicuro mentalmente. 

Fortunatamente non sempre, ma spesso capita di trovare personaggi che da soli sono incompleti e che si realizzano solo in coppia. Ecco, non è questo il caso: presi singolarmente Katje e Po sono entrambi forti, ognuno a modo loro, e insieme diventano più forti, perché capaci di supportare l'altro in ciò che necessita di una piccola spinta esterna. Si può anche dire che crescano insieme e lo continuano a fare fino alle ultimissime pagine del libro, altra scelta che ho particolarmente apprezzato. 

Ora, prima di avvicinarci alla conclusione di questa entusiasta recensione, voglio soffermarmi su alcune tematiche trattate che, almeno io, ho visto solo in questo libro, o comunque solo qui affrontate così bene.
Sto parlando del desiderio di rimanere indipendenti, anche se all'interno di una relazione, quindi in questo caso del desiderio di non sposarsi e poi dell'assenza del desiderio di maternità.

Katje non vuole sposarsi e non è materna. Non vuole figli e mai ne avrà. È convinta della sua decisione e non scenderà a compromessi al riguardo. È una delle prima cose che mette in chiaro e Kristin Cashore è stata magistrale nel presentare le due reazioni che ancora oggi, purtroppo, si riceve: la prima, quella di un uomo che finge di assecondare quello che per lui è un "capriccio" del momento, una pazzia passeggera, argomentando il tutto con la credenza che per la donna sia naturale sparsi, fare e desiderare figli e che prima o poi cambierà idea, specialmente se incontrerà "l'uomo giusto"; la seconda reazione -l'unica corretta-, invece, la riporta proprio il nostro Po. Il ragazzo infatti prende semplicemente atto della cosa, non prova ad invalidarla e anzi, non solo la rispetta, ma fa tutto ciò che è nelle sue possibilità per far sì che Katje non venga mai messa nelle condizioni di dover affrontare anche solo una delle due cose.
(Devo assolutamente a questo libro, letto ormai nove anni fa, le aspettative che ho sia nei confronti delle relazioni romantiche nella vita reale che nei confronti della caratterizzazione dei personaggi nei libri. Del resto, quando leggi di una dinamica del genere a dodici anni, la maggior parte delle dinamiche fra personaggi che ci sono in giro ti vanno un po' strette, un po' tanto

Ho parlato tanto del loro rapporto, ma poco sul mondo creato da Kristin Cashore, quindi rimedierò subito. Parto con il dirvi che sono le 495 pagine più scorrevoli mai lette. Volano via che è una meraviglia e sono state capaci di tenermi incollata fino all'ultima riga, nonostante fosse una rilettura! Non so quanto per voi possa essere un criterio valido, ma io non rileggo mai i libri, anche se mi sono piaciuti. Ma se capita, e ripeto è raro, e il libro mi prende esattamente come la prima volta se non di più, ebbene quello è un libro che merita!

Tornando al worldbuilding, questo è sufficientemente intuitivo: si tratta di una realtà di stampo medievale, con villaggi e corti reali uguali a quelli dell'immaginario comune, solo che qui, invece della caccia alle streghe e al maligno, c'è la ghettizzazione dei Graceling, un po' per invidia, un po' per timore del diverso, di qualcosa di unico, senza precedenti e quindi impossibile da anticipare o controllare. Ciò, però, non vuol dire che non ci provino: infatti, tutti i bambini Graceling, non appena dimostreranno di avere un Dono utile al re del Regno in cui sono nati, diverranno sua proprietà e andranno a vivere a corte per soddisfare i qualsivoglia capricci del proprio sovrano. Nel corso del libro si affronterà più volte il tema del rifiuto delle persone con un Dono, arrivando a parlare di vera e propria rovina sociale ed economica per i genitori di tali bambini e per i Graceling stessi. Questa visione, comune ai sei Regni del continente, si vedrà rifiutare dal settimo, l'unico isolato perché isola (e curiosamente anche paese d'origine di Po, che a dirla tutta ne è anche principe. Ma cosa si può volere di più a questo mondo?!) 

I paesaggi descritti sono molto evocativi e ancora mi sogno le foreste in cui Katje e Po trascorrono parte del tempo. I personaggi secondari hanno poco spazio per motivi logistici di trama, ovvero, sempre per il fatto che i due protagonisti ad un certo punto intraprenderanno un viaggio in solitaria; eppure, anche se presenti relativamente poco, si fanno tutti amare, ognuno a modo suo e per motivi diversi (Messaggio per Helda: li indosso io i tuoi vestiti, più che volentieri!).

Siamo quindi giunti alla fine della nostra recensione. Spero vivamente di avervi convinto a leggere uno dei miei libri preferiti in assoluto e di avervi fatto iniziare ad amare, anche solo un pochino, Katje e Po, questi due personaggi che rimangono coerenti a se stessi fino alla fine. Neanche a dirlo, è un libro che consiglio assolutamente! Viene consigliato dai 12 anni in su e devo dire che io lo lessi proprio a quell'età, ma più che Teen è senza alcun dubbio uno YoungAdult, ovviamente leggibile e godibile anche per le fasce d'età superiore (io ad esempio non ho più 12 anni da un pezzo). 

Farò seguire una brevissima sezione nascosta per spiegare cosa incontrerete nei seguiti. Non è considerabile un vero spoiler e non saperlo vi manderà sicuramente in confusione come mandò me un tempo, ma riconosco anche che scoprirlo prima potrebbe rovinare un pochino la sorpresa finale, perciò vedete voi cosa preferite. Potreste sempre tornare qui a leggere quest'appunto se, una volta iniziato il secondo, foste troppo in confusione. 



- Graceling (Trilogia dei Sette Regni #1)
- Fire (Trilogia dei Sette Regni #2)
- Bitterblue (Trilogia dei Sette Regni #3)





VOTO











4 commenti:

  1. Una recensione super entusiasta che ha convinto anche me. Lo metto in wish list e ti ringrazio per averne parlato perché è una saga di cui si parla pochissimo!

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    1. Purtroppo è poco conosciuta e non me ne capacito. Sono contenta di averti convinta a dargli una possibilità!

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  2. Anch'io sono molto incuriosita e desiderosa di leggere tutta la saga. Brava, continua a tenerci informati con le tue recensioni così accurate.

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    1. Ti ringrazio! Questa è una saga che sicuramente consiglio, perché abbastanza unica nel suo genere

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