Come avete notato dalla trama, la storia di Caraval è innovativa solo in parte: qualcuno, in questo caso la sorella, viene rapito e la protagonista deve ritrovarlo. Quello su cui voglio, invece, concentrarmi è la resa. Leggere di un'ambientazione e sentirmi "a casa" è qualcosa che mi succede veramente di rado, tendo ad affezionarmi più ai personaggi che non ai luoghi in cui si svolge la storia, ma in questo caso, credo che a fare da protagonista sia stata soprattutto la scenografia!
Se dovessi pensare ad un paragone, mi verrebbe in mente la scena di un vecchio carillon che suona, magari anche un po' stonato, in una stanza quasi completamente buia. L'attrazione che si prova per la musica, il senso di fascino che suscita il carillon stesso, ma allo stesso tempo l'inquietudine nel percepire qualche elemento stonato all'interno della stanza, un sesto senso che vi fa stare sull'attenti ma che non riesce ad oscurare appieno la distrazione che si rivela essere il carillon... ecco come descriverei Caraval.
La narrazione procede ad un buon ritmo finché non diventa veramente incalzante verso la fine, e forse giusto un pelino troppo, ma di questo parleremo dopo. Le descrizioni dei luoghi sono precise, dettagliate, ma non eccessivamente laboriose né risultano boriose in alcun modo: la giusta quantità per farvi immergere in quello che in realtà è sempre e solo stato un gigantesco palcoscenico.
Sta, infatti, qui l'aspetto interessante della storia, e la bravura di Stephanie Garber. Fin dall'inizio ci viene spiegato come sia tutta una finzione, come le persone siano solo attori, come lo scopo del gioco -perché di un gioco si tratta- non è tanto vincere quanto partecipare, godersi il viaggio. Viene detto a noi e viene detto alla protagonista, ma noi, come lei, finiremo per dimenticarcelo. Non sarà più così facile distinguere il vero dal falso, la realtà dalla recita. Quando tutto diventa troppo, è il segnale che si sia andati troppo oltre o in realtà stiamo ancora giocando e ciò che sembra forse non è ciò che in realtà è? (*ci ho preso gusto con gli indovinelli)
Ad accompagnarci in questa curiosa esperienza abbiamo Rossella (Scarlett nella versione originale... lo so, è stato uno shock pure per me), una protagonista diversa da quelle che incontriamo di solito, senza macchia e senza paura, pronte a rischiare perché impulsive o particolarmente coraggiose. Rossella, detta Sella, ha poche certezze nella vita: la prima è che ama sua sorella Donatella, detta Tella, più di ogni altra cosa; la seconda è che tutto ciò che davvero desidera è allontanarsi dal padre violento, preferendo sposare un perfetto sconosciuto pur di lasciare la casa paterna e portarsi con sé Tella. C'è poco da fare, Rossella e Donatella sono l'opposto una dell'altra ma anche le due facce di una stessa medaglia. Se la seconda è impulsiva, desiderosa di vivere, divertirsi, fare esperienze, a costo di sfidare l'ira del genitore, la prima ha imparato a colmare le sue mancanze, presentandosi come calma, sottomessa, placida, desiderosa di compiacere, tutto per cercare di disinnescare le bombe che di volta in volta Donatella sembrava seminare per strada.
Ho apprezzato molto la veridicità del personaggio. Sicuramente leggere di una ragazza che parte all'avventura e rischia tutto senza paura è piacevole e ci infonde coraggio, ma allo stesso tempo è stato quasi catartico trovare una mente e una personalità affine alla propria. Avete presente quando si contestano i personaggi che nei thriller preferiscono aggirarsi per casa armati di cucchiaino piuttosto che barricarsi in una stanza sicura? Ecco, Rossella non solo li criticherebbe insieme a noi, ma metterebbe lei stessa in pratica la soluzione più sicura.
A mio parere, la scrittrice è stata brava a rendere la reazione che un trauma come un genitore violento può causare, presentandoci la variante di Tella e la variante di Sella, entrambe estremamente coerenti con loro stesse e pienamente plausibili.
Nonostante la protagonista si mantenga fedele a se stessa lungo tutto il romanzo, presenta comunque una crescita e un'evoluzione. Si interfaccerà con tradimenti, menzogne, inganni e ogni volta si saprà rialzare, un po' più ammaccata di prima, ma sempre fiduciosa nella propria visione del mondo, che risulta essere, paradossalmente, sia ottimistica che pessimistica. Ottimistica perché spesso perdona e cerca di vedere del buono in tutti, e pessimistica perché allo stesso tempo ha conosciuto il male del mondo e sa che non sparirà da solo né la lascerà mai in pace, a meno che non agisca di conseguenza e inizi a scegliere fra la sicurezza e la realizzazione personale. Rossella è, sostanzialmente, una sorella maggiore che si è presa sulle spalle il peso di fare da madre a Donatella, da complice sottomessa al padre e da futura moglie accondiscendente al Conte a cui è stata promessa in sposa.
Tutte queste interessanti dinamiche familiari vengono scoperte pian piano lungo la storia e non risultano mai fuori luogo o pedanti, perché rimangono comunque ben integrate con il contesto e ben presentate con uno stile scorrevole.
Menzione d'onore va fatta a Julian, il personaggio che accompagna Rossella (o forse dovrei dire Rossana?) e che più avanziamo nella storia e più assume spessore. Julian è quello che ci viene presentato dalla trama come il "misterioso marinaio", ebbene, leggendo, per quanto si svelerà, continuerà ad essere misterioso fino alle ultimissime righe.
Se dovessi cercare di descrivervi Caraval mi verrebbe da dirvi di prendere un po' di "magia" dal Mago di Oz, aggiungere i colori e la pazzia di Alice nel Paese delle Meraviglie e mescolare il tutto con l'ambientazione, che nasconde insidie e segreti, dell'Ascesa di Senlin.
L'unico appunto che mi sento di fare riguarda il finale, ma proprio le ultime scene finali, o quasi. Si è vista una dinamiche che mi è parsa un po' superficiale, piuttosto sbrigativa, come se ci fosse ancora del non-detto... considerando le scoperte alla fine, però, innescare tali sensazioni sembrerebbe essere voluto. Chissà! Lo scopriremo solo quando avrò messo le mani sul secondo volume, perché sì, lo consiglio assolutamente!
Benvenuti, benvenuti a Caraval!
State attenti a non farvi coinvolgere troppo.
E ricordate, è solo un gioco...
VOTO
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