giovedì 19 marzo 2020

Recensione: Circe, di Madeline Miller

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Che dire: Circe. Semplicemente Circe. Letteratura antica, mitologia e donne forti non sono altro che il mio pane quotidiano. Mastico la mitologia greca dalle elementari, e di anni ne sono passati, e credetemi se vi dico che questo è un libro che merita.


Circe
di Madeline Miller


Trama

Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dei. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull'isola di Eea, non si perde d'animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affine le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità paura, rabbia, nostalgia accompagna gli incontri che le riserva il destino - con l'ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l'astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope. Finché - non più solo maga, ma anche amanti e madre - dovrà armarsi contro le ostilità dell'Olimpo e scegliere, una volta per tutte, se appartenere al mondo degli dei, dov'è nata, o a quello dei mortali, che ha imparato ad amare. Poggiando su una solida conoscenza delle fonti e su una profonda comprensione dello spirito greco, Madeline Miller fa rivivere una delle figure più conturbanti del mito e ci regala uno sguardo originale sulle grandi storie dell'antichità.



Recensione

Innanzitutto parto con la premessa, scontata per alcuni, ma non per tutti, che la mitologia greca è vastissima. E non stiamo parlando di qualche decina di nomi, ma di centinaia, migliaia addirittura! Abbiamo gli eroi protagonisti di celebri opere, i famosi dei dell'Olimpo e poi esiste anche un vastissimo mondo fatto di divinità minori. Ed è proprio di questo che Madeline Miller tratta principalmente: la stessa Circe è una divinità minore.

Perché ho tenuto a fare questa premessa? Perché così sarete in grado di dare il giusto peso alla questione quando vi dirò che la Miller propone molti di questi nomi e ce li presenta con una naturalezza tale da non appesantire minimamente la lettura. Devo ammettere che ero già pronta a delle liste spiattellate tanto per contestualizzare la situazione ed invece ho trovato non solo una profonda conoscenza, ma anche una forte caratterizzazione di ogni personaggio.
   
Miti e storie diverse si intrecciano tra loro in una trama che vede al centro Circe: una naiade figlia del dio del Sole Elios e della ninfa Perseide. Circe, che viene sempre ricordata come maga, ma a cui raramente viene accostato il legittimo appellativo di dea. Circe, che nell'immaginario collettivo non è che l'ennesima donna ad aver ingannato un uomo, Odisseo in questo caso. Quest'ultimo è sicuramente una figura che ha giovato -come tante- della letteratura postuma, la quale ne ha fornito una visione diversa da quella originaria. In questo libro, invece, la Miller è stata capace di presentarci non una, ma ben due figure sotto una nuova prospettiva: Circe e Odisseo.

Devo dire di avere molto apprezzato questo tentativo di stravolgere l'idea popolare: con Circe la Miller ha fatto un lavoro straordinario, ma è con Odisseo, attraverso i racconti di Penelope e Telemaco, che è stata spettacolare. Perché se con la nostra protagonista simpatizziamo fin dall'inizio, d'altra parte con Odisseo non ha solo poco tempo per caratterizzarcelo, ma ha anche un intero pensiero collettivo a suo favore da dover sbaragliare. 

A tal proposito un personaggio-rivelazione è stato senza alcun dubbio lei, la sola e unica Penelope. Da sempre emblema di pazienza e fedeltà, troppe volte si è vista privare del riconoscimento della sua astuzia (non dimentichiamoci dell'inganno del talamo nuziale), ma qui ha avuto il suo riscatto! 

Il libro segue tutta la vita della sua omonima: da naiade a maga, a compagna, a madre e, infine, a semplicemente Circe. 

Lo stile di scrittura della Miller è fresco e scorrevole, a tratti ironico ad altri pungente. Non giudica e lascia che le cose accadano confidando che così come ogni torrente prima o poi arriva al mare, allo stesso modo Circe arriverà a ogni lettore.

Il libro è senza alcun dubbio romanzato. Le versioni dei miti sono state adeguatamente scelte per farle combaciare nel quadro generale e la scrittrice si è presa diverse libertà, ma mai così estreme da mettervi in guardia circa l'inesattezza mitologica dell'opera.

In conclusione credo si sia già capito il mio pensiero al riguardo, ma per sicurezza lo ribadisco: Circe è un libro che consiglierei? Senza alcun dubbio sì!!

Leggetelo! Compratelo se non lo avete già fatto! Regalatelo!

È un libro che alcuni considererebbero "facile" perché non è sicuramente impegnativo al livello di astrusità letteraria, ma al suo interno ha così tanto! Ha mitologia, magia, storia -perché la cultura greca era quella realmente-, avventura e, ancora, amore e tradimenti, forte è il senso di appartenenza ad una specie o ad una famiglia e altrettanto potente è il senso di indipendenza e libertà.

Di un mortale ho la voce, che io abbia tutto il resto.


VOTO


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