domenica 8 marzo 2020

Recensione: Il principe crudele, di Holly Black


Oggi ci tengo a parlarvi di un libro che ho letteralmente adorato. Ho letto e sentito diversi pareri contrastanti al riguardo e mi dispiace scoprire che questo libro lo si sembri o amare o odiare. Per questo motivo spero con la mia recensione di far ricredere chi non l'ha apprezzato e di convincere invece gli scettici o gli ignari ad approcciarvisi, perché è una storia che, a mio modesto parere, merita. E merita molto!


Il principe crudele




Trama

Credevo di dover essere buona e seguire le regole. Ma adesso ne ho abbastanza di fare la debole. Di fare la buona. Penso di voler diventare qualcosa di diverso. 

Jude era solo una bimba quando i suoi genitori furono brutalmente assassinati. Fu allora che sia lei che le sue sorelle vennero rapite e condotte nel profondo della foresta, nel mondo magico. Dieci anni dopo, l'orrore e i ricordi di quel giorno lontano e terribile ormia sfocati, Jude, ora diciassettenne, è stanca di essere maltrattata da tutti e soprattutto vuole sentirsi finalmente parte del luogo in cui è cresciuta, poco importa se non le scorre nemmeno una goccia di sangue magico nelle vene. Ma le creature che le stanno intorno disprezzano gli umani. E in particolare li disprezza il principe Cardan, il figlio più giovane e crudele del Sommo Re. Per ottenere un posto a corte, perciò, Jude sarà costretta a scontrarsi proprio con lui, e nel farlo, a mano a mano che si ritroverà invischiata negli intrighi e negli inganni di palazzo, scoprirà la sua propensione naturale per l'inganno e gli spargimenti di sangue. Quando però si affaccia all'orizzonte il pericolo di una guerra civile che potrebbe far sprofondare la corte in una spirale di violenza, Jude non ha esitazioni. Per salvare il mondo in cui vive è pronta a rischiare il tutto e per tutto. 

Recensione 

Inizierò dicendo che non conoscevo Holly Black e vi dirò: è stata una piacevole scoperta! 

Il mondo edificato dalla Black con uno stile accattivante attinge a piene mani dal folklore generale, facendo interagire personaggi del calibro di elfi, fate, sirene, troll e molti altri. La corte degli elfi è, nel nostro caso, il palcoscenico su cui la scrittrice fa la sua magia, immergendoci nel classico mondo magico dove il cibo incanta, le danze una volta iniziate sono impossibili da interrompere e gli incantesimi esistono e vengono usati; gli elfi sono magnifici, serafici, ma crudeli o quantomeno con una morale e un'idea di divertimento tutta loro. Fra loro le specie sono diverse, ma c'è una cosa che le accomuna tutte: l'odio per gli esseri umani. Considerati una specie inferiore, vengono ben accolti solo se incantati e sfruttati come servitori. E la nostra protagonista, Jude, è proprio un'umana.

Arrivata a fine libro posso assumere con convinzione che Jude sia la nuova generazione di donna. Paradossalmente siamo arrivati ad un punto della storia in cui il tentativo di emancipazione femminile ha provocato uno scisma fra ciò che era e ciò che invece dovrebbe essere una donna. Se un tempo le piccolezze, le frivolezze, erano ritenute le "cose da femmina", adesso queste vengono rigettate in onore di una forza interiore e una durezza esteriore. Questo pensiero è arrivato anche nella letteratura, dove oramai per avere un personaggio femminile forte e ben strutturato, si pensa automaticamente che debba essere freddo o addirittura crudele, che non debba avere forti coinvolgimenti emotivi e che si debba distaccare da tutte quelle frivolezze, per l'appunto, a cui era associato prima.
Allo stesso tempo, quando si cerca di fuggire questo ideale, quando non si vuole rimarcare particolarmente su queste tematiche femminili, la protagonista in questione tende a ricadere nei classici cliché che la vedono al centro di un triangolo amoroso senza reale facoltà decisionale, magari preda degli eventi che le accadono senza che lei ne sia consapevole e/o dotata della forza di reagire.
Come già detto prima, si va da un eccesso all'altro senza pensare anche solo lontanamente che ad una donna possano piacere i balli aristocratici pur coltivando il sogno di entrare a far parte dell'esercito. Ed adesso non sto delirando, ma vi sto riportando ciò che in poche parole è Jude. 

Ho amato questo libro proprio per il realismo che lei sprigiona: non è passiva, ma non sfida neanche il sistema tanto per. Jude viene strappata alla sua famiglia umana, portata in un mondo che la odia e cresciuta dall'uomo che ha ucciso i suoi genitori, ma è vera perché nonostante lei sappia e ricordi, la sua vita è lì, nello stesso mondo che la rigetta e la fa sentire un'emarginata.
Jude vorrebbe semplicemente quello che hanno gli altri. Non nuota contro il sistema, ma cerca di immergercisi come meglio può! Ciò che la differenzia da molte altre protagoniste è il fatto che quando si vede negare l'unica possibilità che ha di realizzare il suo sogno e sentirsi parte della sua gente, non aspetta qualcuno che la salvi, ma trova un suo stratagemma. Si dice: Se la vita ti dà limoni, tu fanne una limonata ed è proprio quello che lei fa. In un mondo dove gli esseri umani sono considerati inferiori, l'unico modo che Jude ha per farsi valere è sfruttare al massimo ciò che la sua specie ha da offrire. L'idea geniale della Black è stata elevare a "super potere" una capacità che tutti noi lettori abbiamo: saper mentire.

Dire bugie è, infatti, un'abilità che la rende speciale, perché gli elfi saranno anche bellissimi e potenti, ma non possono mentire. Per la prima volta, l'elemento chiave non è fantastico né irrealizzabile o appannaggio di pochi, ma un qualcosa che, essendo accessibile a tutti, non fa sentire escluso il lettore, ma anzi, lo rende ancora più partecipe, chiamandolo in causa.

Ho amato, poi, il rapporto che Jude ha con Madoc, colui che ha rapito lei e le sorelle, ma allo stesso tempo la figura per lei più simile ad un padre. Mi piace come Vivienne gli assomigli fisicamente, ma sia Jude ad averne attinto gran parte del carattere e dei modi.
Madoc è senza dubbio un personaggio intrigante. Ha un senso dell'onore tutto suo e lo si denota quando trova legittimo uccidere la moglie e quello che per lui è l'amante, ma allo stesso tempo trova doveroso prendersi cura dei loro figli. Madoc è un elfo, ma non si comporta come tale: avrebbe potuto lasciare senza problemi le gemelle Jude e Taryn a loro stesse, ma decide di farsene carico ed, anzi, le cresce come proprie, insegnando loro tutto ciò che sa e provando a proteggerle.
Mi è piaciuta particolarmente la perenne lotta che avviene in Jude a tal proposito: perché se da una parte sa chi è Madoc e cosa ha fatto, dall'altra non riesce a non vederlo come un padre da voler rendere orgoglioso. Persino seguire le sue stesse orme militari è un tentativo di venire riconosciuta non solo come parte del mondo magico, ma anche come sua degna figlia.

Un altro punto a favore nella storia è il rapporto complicato con la gemella Taryn e i conseguenti intrecci che le vedono coinvolte.




❗❕ Attenzione, perché da questo momento potreste trovare qualche SPOILER!


Dire che sono stata fiera di Jude, nel momento in cui scopre del tradimento della sorella, sarebbe riduttivo! La scena: classico triangolo amoroso, solo più crudele perché di mezzo troviamo una sorella consapevole e complice. Risultato: Jude si strappa forse i capelli dal dolore, lottando per riprendersi il suo uomo? Assolutamente… NO! Jude si presenta, sì, arrabbiata, ma perché è stata ferita nell'orgoglio e nell'onore. Non si batte per un uomo, ma per se stessa e questa consapevolezza non ha fatto che farmi apprezzare ancora di più il suo personaggio. 
"Mi ami abbastanza da piangere per me?"
"Vuoi dire se qualcuno ti facesse del male?"
"Voglio dire se io facessi del male a te."
Mi sento accapponare la pelle. Non mi piace. Ma almeno so cosa dire. "Se mi facessi del male, non piangerei. Reagirei."
Siamo quindi giunti ad un punto in cui è chiaro che la sottomessa vita matrimoniale non faccia per Jude. Jude, che dopo il voltafaccia di Madoc e il tradimento della sorella, sembra crescere improvvisamente, diventando a tutti gli effetti una donna. Questo è ciò che differenzia Jude da altre protagoniste di cui ho già letto. La crescita del personaggio è parte integrante e -si spera- scontata di ogni protagonista, ma qui lei sembra maturata mentalmente di anni! Non è solo una presa di coscienza, è più un interruttore che, scattando, le ha permesso di erigersi e di sprigionare tutte le sue potenzialità. Jude sembra abbandonare quella poca incertezza che aveva prima mostrato e si butta a capofitto nel Circolo delle Ombre, iniziando a macchinare, iniziando a giocare. 
Diventa così brava in quello che fa che è come giocare una partita a scacchi: sei così concentrato nel seguire le pedine muoversi sulla scacchiera che non ti accorgi che lo scacco matto è stato fatto a te. Te lettore! Perché siamo partecipi degli iniziali dubbi di Jude, veniamo messi a conoscenza di tutti i pro e i contro, e per questo crediamo di essere quasi dei suoi confidenti, di sapere cosa andrà a fare, ma in realtà per tutte le ultime pagine, il libro, non facciamo che viverlo dal punto di vista di Cardan! 

Cardan di cui ho amato, quasi sadicamente, l'arrendevolezza nei confronti di Jude. E mi è piaciuto come lei sia riuscita a tenergli testa, ed anzi, come lei lo abbia usato quasi con un tacito consenso da parte dell'altro. Tutta la loro relazione si può riassumere in un continuo battibecco, piccole e continue lotte, finché la consapevolezza non ha colpito Jude, facendole capire che smettere di lottare le avrebbe fatto vincere la guerra. Così si è ritrovata ad essere una fredda e calcolatrice giocatrice di scacchi, arrivando a sacrificare la fiducia di lui appena conquistata. 

Vi lascio con una citazione di una saga che ho amato e che qui calza a pennello. 
Qualcuno deve fare la parte del cattivo così che gli altri siano gli eroi.
-The Worlwalker trilogy, Josephine Angelini





VOTO



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