giovedì 23 aprile 2020

Recensione: Le assaggiatrici, di Rosella Postorino


Ed eccoci di nuovo qui! In un momento delicato come questo, non posso che consigliarvi quest'ultima lettura, perché -a modo suo- delicata anche lei. Si dice ci sia una guerra in atto di cui noi non siamo i soldati, non lottiamo in prima linea come il personale sanitario o le forze dell'ordine, no, noi viviamo la "guerra" da una posizione più privilegiata e sono altre le azioni che attuiamo per cercare di dare una mano, esattamente come i personaggi di questo fantastico libro: non sono soldati, non provano la guerra sulla loro pelle, ma a modo loro la vivono e contribuiscono. Sto parlando delle Assaggiatrici di Rosella Postorino

"Il mio corpo aveva assorbito il cibo del Führer, il cibo del Führer mi circolava nel sangue. Hitler era salvo. Io avevo di nuovo fame."



Le assaggiatrici
di Rosella Postorino

le assaggiatrici rosella postorino pagine di inchiostro


Trama

Fino a dove è lecito spingersi per sopravvivere? A cosa affidarsi, a chi, se il boccone che ti nutre potrebbe ucciderti, se colui che ha deciso di sacrificarti ti sta nello stesso tempo salvando? La prima volta che entra nella stanza in cui consumerà i prossimi pasti, Rosa Sauer è affamata. "Da anni avevamo fame e paura," dice. Con lei ci sono altre nove donne di Gorss-Partsch, un villaggio vicino alla Tana del Lupo, il quartier generale di Hitler nascosto nella foresta. E' l'autunno del '43, Rosa è appena arrivata da Berlino per sfuggire ai bombardamenti ed è ospite dei suoceri mentre Gregor, suo marito, combatte sul fronte russo. Quando le SS ordinano: "Mangiate", davanti al piatto traboccante è la fame ad avere la meglio; subito dopo, però, prevale la paura: le assaggiatrici devono restare un'ora sotto osservazione, affinché e guardi si accertino che il cibo da servire al Führer non sia avvelenato Nell'ambiente chiuso della mensa forzata, fra le giovani donne s'intrecciano alleanze, amicizie e rivalità sotterranee. Per le altre Rosa è la straniera: le è difficile ottenere benevolenza, eppure si sorprende a cercarla. Specialmente con Elfriede, la ragazza che si mostra più ostile, la più carismatica. Poi, nella primavera del '44, in caserma arriva il tenente Ziegler e instaura un clima di terrore. Mentre su tutti - come una sorta di divinità che non compare mai - incombre il Führer, fra Ziegler e Rosa si crea un legame inaudito. Rosella Postorino non teme di addentrarsi nell'ambiguità delle pulsazioni e delle relazioni umane, per chiedersi che cosa significhi essere, e rimanere, umani. Ispirandosi alla storia vera di Margot Wölk (assaggiatrice di Hitler nella caserma di Krausendorf), racconta la vicenda eccezzionale di una donna in trappola, fragile di fronte alla violenza della Storia, forte dei desideri della giovinezza. Come lei, i lettori si trovano in bilico sul crinale della collusione con il Male, della colpa accidentale, protratta per l'istinto - spesso antieroico - di sopravvivere. Di sentirsi, nonostante tutto, ancora vivi.



Recensione

Parto con l'avvertirvi che se state cercando un libro che parli della guerra, delle trincee e del brivido delle missioni militari, questo non è il libro che state cercando. Se dovessi scegliere due parole per descriverlo sarebbero senza dubbio le seguenti: delicato, ma allo stesso tempo conturbante.

Le assaggiatrici è tratto da una storia vera, quella di Margot Wölk, ultima assaggiatrice di Hitler ancora in vita e l'unica ad aver rivelato al mondo il tragico scenario dietro le quinte del privato del Führer tedesco.

"A settembre del 2014 lessi su un giornale italiano un trafiletto a proposito di Margot Wölk, l'ultima assaggiatrice di Hitler ancora in vita. Frau Wölk aveva sempre taciuto riguardo alla sua esperienza, ma all'età di novantasei anni aveva deciso di renderla pubblica (…) Non avrei mai potuto parlarle, né raccontare la sua storia. Potevo però provare a scoprire perché mi avesse colpita tanto. Così ho scritto questo romanzo." dice Rosella Postorino.

La nostra protagonista è Rosa, una tedesca non ancora trentenne e decisamente non nazista. Il suo personaggio è stata una scoperta continua, perché è uno di quei personaggi che a me piace definire grigi: non c'è il bene e il male dentro Rosa. Non è malvagia, ma non è sicuramente neanche innocente. Rosa è semplicemente e meravigliosamente una persona. Il mondo pullula di eroi protagonisti di mille avventure, ma lei non è un'eroina e non è il tipo da cercare "avventure". Come già detto, è una persona e come tale alla domanda Fin dove è lecito spingersi per sopravvivere? si vedrebbe dare una risposta che sicuramente cambierebbe se, in pericolo di vita, ci stesse davvero. La grande forza del personaggio è proprio il suo essere sfacciatamente sincero con se stesso. Seppur non doveste condividere ogni singola scelta presa dalla donna, Rosa è un personaggio verso cui, in ogni caso, finirete per provare un moto di fedeltà tale da farvi rimanere sempre al suo fianco, costi quel che costi.

Accanto alla nostra protagonista vedremo nel corso della storia diversi personaggi che, grazie alla fantastica caratterizzazione, sembreranno prendere vita. Credo che non ci sia un solo personaggio che sia bollabile come "il buono per eccellenza" o, viceversa, "il cattivo a trecentosessanta gradi": persino la ragazzina più ingenua e solare potrebbe rivelarsi egoista, esattamente come un nazista potrebbe dimostrare invece un potente altruismo.
Tra le figure degne di nota spunta senz'altro lei: Elfriede. Ostile, misteriosa e per questo particolarmente carismatica, è uno dei personaggi meglio riusciti dell'intero libro. La dinamica che si va a creare fra le due donne potrei definirle quasi selvaggia, un bisogno fisico di avere pelle contro pelle, di venire considerate da qualcuno.

Amo Rosa, ma Elfriede avrà sempre un posto speciale nel mio cuore. 

Lo stile della Postorino è particolare. Non me ne vogliamo gli amanti di Joyce se utilizzo impropriamente il termine per cercare di rappresentare al meglio la prosa della scrittrice, ma io oserei quasi definirlo un flusso di coscienza continuo. Sono i pensieri di Rosa, ciò che lei vede e sente, che troviamo per iscritto; spesso le descrizioni non sono utili alla narrazione, ma indirettamente lo sono, perché rendono tutto più reale, più tangibile. Ci tengo a riportarvi due righe che vi faranno forse intendere meglio. 

"Il medico non porta gli occhiali. Quando entra, controllo l'orologio: è già pomeriggio inoltrato. (…) E' molto affabile, ha un fisico atletico e un timbro baritonale. Io non vengo presentata e lui non si preoccupa di me. Ci invita ad uscire, deve visitare…" 

Devo ammettere di aver temuto, visto il periodo storico e le tematiche trattate, che sarebbe risultata una lettura pesante, e invece la narrazione è fluida, il "flusso di coscienza" sopra citato è piacevole e il modo in cui le sensazioni, i desideri, i bisogni, sono trattati è sublime

In conclusione, è un libro che consiglierei? Decisamente sì! Tratta di una tematica mai toccata prima, di un aspetto della guerra mai affrontato e di donne forti e vere. Le assaggiatrici è uno scorcio su una parte di mondo che non si può perdere. 

Vi lascio con una delle mie citazioni preferite dell'intero libro...

"Tornai a pensare che non avessimo il diritto, noi, di parlare d'amore. Abitavamo un'epoca amputata, che ribaltava ogni certezza, e disgregava famiglie, storpiava ogni istinto di sopravvivenza."




VOTO







2 commenti:

  1. Magnifica recensione, super dettagliata e molto profonda. Ho visto spesso questo libro in libreria ma ammetto di non avergli mai prestato molta attenzione... Però adesso mi incuriosisce. Penso che lo recupererò! Ti faccio i complimenti anche per la riflessione iniziale sulla quarantena e le tematiche del libro. Non poteva essere più azeccatta.

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    1. Grazie mille! Questo è un libro che merita davvero e sono contenta che gli darai una possibilità.

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