sabato 17 luglio 2021

Recensione: Il Rilegatore, di Bridget Collins

Il Rilegatore, libro d'esordio della promettente Bridget Collins. Ci sono pro, ci sono contro? Vinceranno i primi o i secondi? Leggere per scoprire!
E torniamo con una nuova recensione. Questa volta si tratta de Il Rilegatore, libro d'esordio della promettente Bridget Collins. Ci sono pro, ci sono contro? Vinceranno i primi o i secondi? Leggere per scoprire!


Il Rilegatore
Bridget Collins

Il Rilegatore, libro d'esordio della promettente Bridget Collins. Ci sono pro, ci sono contro? Vinceranno i primi o i secondi? Leggere per scoprire!


Trama

Immagina di poter cancellare per sempre un ricordo, una colpa, un segreto. C’è stato un tempo in cui ciò era possibile. Abili rilegatori, nelle loro polverose botteghe, oltre a modellare la pelle e incollare fogli, aiutavano le persone a dimenticare. Seduti con un libro tra le mani, ne ascoltavano le storie e, parola dopo parola, le cucivano tra le pagine, intrappolandole tra i fili dei risguardi. Così, il ricordo spariva per sempre dalla memoria: catturato dalla carta, non lasciava più alcuna traccia di sé. Per anni l’anziana Seredith ha praticato questo affascinante mestiere. Ma ora è il momento di trovare un apprendista, qualcuno cui trasmettere le sue preziose conoscenze. La scelta cade su Emmett. Sarà lui il nuovo rilegatore, un giovane per cui i libri sono sempre stati un oggetto proibito: Emmett li teme, pur ignorando il motivo di tale paura. Eppure, giorno dopo giorno, fa suo il compito di raccogliere segreti, colpe e confessioni. E il laboratorio in cui quel miracolo si compie, ormai, è come casa sua. Crede di conoscerne ogni angolo fino a quando scopre una stanza di cui nessuno gli aveva parlato. Al suo interno un’immensa libreria. Tra quegli scaffali, Emmett trova un libro che reca il suo nome e custodisce un ricordo che gli appartiene. Non c’è alcun dubbio, ma il ragazzo non sa di cosa si tratta. Non può saperlo. Ed è ora di scoprirlo. Perché per capire chi è veramente ha bisogno di conoscere ogni cosa, anche ciò che ha voluto o dovuto dimenticare.


Recensione

Inizierò subito dicendovi che, letta la trama, mi aspettavo tutt'altro, ma quello che ho trovato mi è comunque piaciuto molto! Infatti non credo che la trama gli renda giustizia, nel bene e nel male, anzi.

Il libro è diviso in tre parti e ci troviamo davanti a due pov (point of view=punti di vista) diversi: per due terzi del libro la storia si svolge dal punto di vista di Emmett, mentre l'ultima parte è interamente gestita da Lucian. Ciò che lega questi due protagonisti è una storia molto più profonda di quanto si possa pensare e verrà rivelata solo pian piano, pagina dopo pagina. Questo perché l'intero romanzo gioca sul detto-non-detto e sulla presenza-assenza di ricordi

Come accennato nella trama, i rilegatori del mondo creato dalla Collins non si limitano ad assemblare le pagine dei libri e a regalar loro l'aspetto che a noi tanto piace, ma sono il mezzo per poter dimenticare. Le persone si recano da loro per i motivi più vari con la volontà di voler cancellare dalla memoria minuti, giorni, persino anni della loro vita. Ricordi dolorosi che non permettono loro di andare avanti vengono rilegati e messi per iscritto su carta, carta che comporrà un libro che poi verrà custodito insieme a tutti i segreti che contiene. Le persone rilegate, ovviamente, non ricorderanno neanche di essersi fatte portare via una parte della loro vita e continueranno la loro esistenza come nulla fosse. 

Qui entra in scena Seredith, una simpatica e arzilla vecchietta che abita in solitaria tra montagne e paludi (strega di Ribelle - The Brave, sei tu?). Mi sono affezionata al rapporto fra lei e il nostro Emmett ancora ignaro di tutto e avrei voluto che durasse di più: alcuni eventi della storia, infatti, mi hanno lasciata leggermente interdetta, ma non tanto per l'accaduto in sé, quanto per il fatto che sembrava di star percorrendo un trampolino pronti al salto e poi, al momento del tuffo, ci siamo tirati indietro. Il mio animo sentimentale ancora boccheggia e se dovessi rileggerlo sono sicura che proverei di nuovo la stessa sensazione. 
Ad ogni modo, questo loro rapporto lo si apprezza col tempo e questo perché la narrazione della prima parte è particolarmente lenta. Non ci sono colpi di scena, rivelazioni, brivido, avventure... insomma, niente di niente. Per alcuni potrebbe essere una rassicurante calma alla "chi va piano va sano e va lontano", per altri potrebbe arrivare la frustrazione di voler accelerare le cose e andare avanti. Personalmente ho provato entrambe le sensazioni: non so spiegarvi perché, ma avevo fiducia in questo libro e anche se non mi ha portata dove credevo, non mi ha comunque delusa. La frustrazione, invece, era più dovuta ai risvolti già anticipati dalla trama e da questo detto-non-detto, che a momenti innervosiva e a momenti era l'unica cosa che ti spingeva a continuare. 

Insomma, abbiate fede e non fermatevi all'approccio iniziale. Anche perché vi perdereste la seconda parte, che personalmente ritengo il gioiello di questo romanzo! Il libro non segue l'ordine cronologico naturale e, difatti, questa parte non è altro che un gigantesco flashback. Qui il ritmo si fa scorrevole, la narrazione si presente molto più incalzante e intrigante e insieme ad Emmett ricorderemo ciò che qualcuno aveva rilegato per lui. Finalmente le informazioni contenute nella trama non ci faranno desiderare di arrivare dritti al sodo e saremmo in grado di godere di una vita trascorsa, ma dimenticata, che ad oggi credo essere una delle più dolci e struggenti che abbia mai letto in un libro. 

Emmett, in quanto rilegatore, è attratto dalle altre rilegature: brama i libri, desidera toccarli con mano, e con loro i ricordi contenuti. Io non sono stata da meno! Ho divorato seconda e terza parte come se fossi stata incantata anch'io.

Non credevo che il romanzo avrebbe preso questa piega e non credevo neanche che sarebbe stato così carico di passione e desiderio di vita. C'è più serietà di quanto mi aspettassi e i temi trattati risultano molto attuali. Personalmente, ho trovato la capacità dell'autrice di giocare con il detto-non-detto straordinaria. Anche vivendo tutto dal punto di vista di Emmett, il lettore, se attento, è capace di vedere ben oltre. Non smetterò di vantarmi con tutte le mie conoscenze di aver capito dove la storia sarebbe andata a parare, perché, molto modestamente, questo lo riconduco alla mia capacità di immaginare gli scenari più disparati, ma non voglio che passi il messaggio che la narrazione fosse prevedibile, anzi, è stato elettrizzante scoprirla pian piano e con lei scoprire anche di averci visto lungo! (Ne vado molto fiera per qualche motivo, ma non dateci troppo peso: deliri da lettrice, immagino).

Siamo quindi giunti alla terza parte, che, in un crescendo ben riuscito, pur con il cambiamento di protagonista, si mantiene scorrevole e diventa man mano sempre più incalzante. Le pagine che alla fine andranno diminuendo senza che si sia ancora risolto nulla sicuramente non aiutano a mantenere l'impazienza a bada, e ve lo dice una persona che ha finito per fare quasi le sei di mattina per terminarlo... NON MI PENTO DI NULLA!

Come avevo già anticipato all'inizio, il protagonista qui cambia e diventa Lucian. Se la storia, arrivati a questo punto, disgraziatamente non vi avesse preso, potreste ritenere ripetitivo il ritrovarvi a guardare le cose dalla prospettiva di qualcuno che ne ignora la maggior parte; ma se, come me, vorreste arrivare alla fine perché necessitate di sapere, questo "ritorno agli inizi" lo percepirete sufficientemente in sordina da non rovinare l'esperienza generale.

Il finale, vi avviso subito, è parzialmente aperto. Dico parzialmente perché si capisce la direzione che verrà presa, ma allo stesso tempo non viene spiegato come, dove, quando, insomma: un finale aperto, ma non così tanto da lasciare senza risposte. Non posso, però, negare di aver trovato i due capitoli finali leggermente sbrigativi e un pelino caotici. Credo altresì che uno o due capitoli in più sarebbero stati d'aiuto, però niente di troppo irreparabile.

Sempre parlando del fatto che dalla trama ci si aspetterebbe altro, mi sarei aspettata che la storia si incentrasse di più sulle rilegature dal punto di vista pratico, ma questo è più dovuto ad aspettative sbagliate che ad un reale buco nella storia. Cosa che ho molto apprezzato è stato, invece, il messaggio dietro il mondo delle rilegature: quanto è importante ricordare anche le cose brutte nella vita? Quanto siamo quel che siamo grazie a quelle esperienze e quanto le cicatrici che ci portiamo dentro sono, paradossalmente, capaci di renderci ad oggi interi?

Altra cosa che ho trovato affascinante è come, se ci si pensi, il lettore graviti sempre intorno agli stessi personaggi, senza rendersene conto. In un primo momento riteniamo tutti estranei, addirittura comparse, poi ci ritroviamo a viaggiare indietro nel tempo e a (ri)conoscere le stesse persone prima ignorate o sottovalutate, terminando, infine, con l'esplosione finale di chi ormai sa tutto e vorrebbe solo che ogni cosa avesse il suo lieto fine.

Questa scoperta continua, inoltre, viene resa la parte fulcro del racconto grazie anche all'assenza di una precisa ambientazione. Tutto ciò ha un che di onirico e le domande sul periodo storico in cui ci troviamo sono più echi lontani di qualche incongruenza temporale, che, se sia voluta o meno, rimane un mistero. Per certi versi parrebbe ambientata nel Medioevo, sentendo parlare di crociate, ma la vita nelle campagna appare sì pre-rivoluzione industriale, ma non così datata! Non migliora il fatto che quando ci si sposta in città, tutto sembri urlare "Epoca vittoriana". Insomma, non si riesce a contestualizzare la storia e se cercate un romanzo con una forte componente storica... non è il libro per voi. Sempre per rimanere in tema di catalogazione di genere, risulta difficile inquadrarlo: quanto è definibile fantasy? Quanto storico e quanto sentimentale? Alla fine di fantasy c'è abbastanza poco, tolte le rilegature; di storico neanche l'ombra, secondo me; rimane il sentimentale, che però non risulta stucchevole e sarebbe comunque limitante definirlo solo attraverso questo genere. È dunque una grande incognita da questo punto di vista.

In conclusione, Il Rilegatore è un libro che consiglierei? Sì e mille altre volte sì: sono passati due giorni e ancora continuo a struggermi per Emmett e Lucian, e una storia che fa questo effetto merita di essere condivisa. Ha dei difetti? Come quasi tutto sì, ma per quanto mi riguarda non sono stati debilitanti e sono passati sullo sfondo man mano che entravo nel vivo della storia, specialmente nella seconda parte. È un libro che deve essere preso così come viene e se è destino che vi catturi così come le rilegature catturano i rilegatori, chissà che non siate dei rilegatori anche voi...


VOTO










 


4 commenti:

  1. Questo libro è uno di quelli che osservo sempre sugli scaffali quando vado in libreria, ma per un motivo o per un altro non lo acquisto mai. Spero però di riuscire presto a fargli una chance perché sembra decisamente nelle mie corde!

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    1. Conosco la sensazione di essere tentata ma non fino in fondo. Spero che gli darai una possibilità, perché secondo me se la merita tutta!

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  2. Ultimamente avevo visto questo libro molto spesso ma non avevo capito bene dove quale fosse la trama, finalmente ho un idea più chiara e lo metto in wish list sapendo cosa aspettarmi! Come sempre una recensione molto dettagliata che fa comprendere quanto questo libro ti sia piaciuto!

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    1. Ti ringrazio! Purtroppo la trama manda visibilmente fuori strada e questo libro merita di essere apprezzato per quello che è, senza delusioni di sorta

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