Scrivo questa recensione a meno di un minuto dal termine del libro, dopo meno di mezza giornata utilizzata per leggerlo. Ho solo una cosa da dire prima di partire con la recensione: ad Holly Black si possono recriminare molte cose, ma non che non sappia scrivere dei finali ad effetto!
Il re malvagio
di Holly Black
Trama
Per
tenere al sicuro il fratello più piccolo, Jude è stata costretta a legare a sé
Cardan, il re malvagio, mettendogli a disposizione, in cambio, il proprio
potere, indispensabile per mantenere saldo il trono. Ma per la ragazza la
convivenza con lui non è affatto semplice, visto che alla già difficile
situazione della corte, dove le alleanze sono tutto tranne che stabili, si
somma l'estrema imprevedibilità di Cardan. Quest'ultimo, infatti, incapace di
liberarsi della fascinazione che prova per Jude, fa di tutto per umiliarla e
comprometterne la credibilità. Inoltre, qualcuno di molto vicino alla ragazza
sta per tradirla, minacciando la sua vita e quella di chiunque lei ami. Venuta
a conoscenza del pericolo imminente, Jude, sempre in lotta coi suoi sentimenti
per Cardan, si lancia alla ricerca del traditore...
Recensione
Nonostante il primo capitolo mi avesse illusa, Black riconferma l'utilizzo della prima persona singolare. A mio parere discutibile, ma son gusti. Ad ogni modo, a differenza del primo volume, la narrazione si fa fin da subito serrata e, devo dire, scandita da un buon ritmo. Ma andiamo con ordine...
Alla fine del primo libro (qui trovate la recensione) avevamo lasciato un tradito Cardan come nuovo Sommo Re senza le intenzioni però di esserlo davvero e una Jude che, controllando il sovrano, realizzava di avere un potere, e una responsabilità, che non si sarebbe mai aspettata. La storia riprende da qui, a distanza di pochi mesi, e per il lettore è già possibile osservare una maturazione non irrilevante da parte della protagonista, che -fedele alla propria personalità- sta gestendo abilmente tutta una serie di dinamiche a lei estranee: la politica di corte. Fino a quel momento, infatti, ne era stata curiosa osservatrice, al massimo una partecipante ai margini, mentre adesso si ritrova a dover far funzionare da sola una macchina dalle dimensioni di un regno senza far trapelare il potere che esercita su quello che ufficialmente sarebbe il Sommo Re.
Devo dire di aver apprezzato questo libro molto più del primo, perché in un certo qual modo ho percepito una maturazione sia dei personaggi, che mentalmente appaiono invecchiati di un paio d'anni, sia dei temi e dei rapporti. Più che semplificarsi, qui le dinamiche relazionali si complicano e possiamo quasi dire che non ci sia un solo rapporto che da parte di Jude sia o tutto positivo o tutto negativo, neanche con la sua stessa famiglia.
I rapporti con la gemella Taryn, infatti, si erano incrinati dopo che questa aveva partecipato all'inganno di Locke ai danni della stessa Jude; i rapporti col patrigno Mardoc, che già non erano mai stati dei migliori, avevano ricevuto una momentanea battuta d'arresto dopo che Jude aveva mandato all'aria i piani di conquista dell'uomo... e poi ovviamente c'è Cardan. Per descrivere l'evolversi del loro rapporto si potrebbe dire che per ogni passo avanti che fanno nella direzione di una muta e volontaria collaborazione, finiscono per farne due indietro.
Sono diverse le critiche che ho sentito muovere a questa trilogia, ma se, mentre sullo stile non particolarmente eccelso, posso concordare, non mi sento di sposare la critica che vede Holly Black romanticizzare atteggiamenti abusivi sulla base del "Ti tiro le trecce perché sono innamorato, ma non so esprimere i miei sentimenti". Se così fosse stato, davanti alla rivelazione di Cardan nel primo libro, Jude l'avrebbe perdonato, se non addirittura assecondato, in nome di un amore difficile da esternare. Ma non è quello che è successo. Non appena ha scoperto questo segreto, Jude ne ha approfittato, usandolo a proprio vantaggio, e ha tradito il ragazzo senza pensarci due volte. È proprio questo ad averci condotto alla dinamica attuale che vede Cardan soccombere, come da accordo, agli ordini della nostra protagonista, di cui però allo stesso tempo desidera vendicarsi. Il loro rapporto è più tarato sul gioco di potere: chi è in grado di mantenerlo più a lungo fra i due? Chi riuscirà ad imporsi per più tempo sull'altro, senza per questo stravolgere il piano originale di mantenere entrambi al potere?
Secondo il mio modesto parere, questo odi et amo è stato gestito e, specialmente, dosato molto bene! Non appena uno dei due prende il sopravvento, ecco che l'altro rigira la situazione a suo vantaggio e i ruoli si capovolgono. Per questo motivo non riesco a vederci una tossicità maggiore ai danni di uno piuttosto che dell'altro. Non c'è alcuna dinamica di potere che vede una parte imporsi sull'altra senza troppi problemi: qui i due hanno trovato un equilibrio tutto loro riassumibile in un "io ti posso tormentare, tradire o vendere al migliore offerente, ma gli altri non si devono azzardare a toccarti".
Fra i due, è stata Jude a dimostrarsi la meno affidabile, e di ciò sono consapevoli entrambi. Sarà questa continua incertezza a far sì che la loro relazione, qualunque essa sia, non si possa definire né come una fra due nemici né tantomeno come una fra due amici.
Si riconferma davvero ben pensato e ben reso anche il rapporto con il patrigno Madoc a cui Jude assomiglia più di quanto vorrebbe.
Non posso parlare più di tanto della storia in sé perché finirei per forza di cose per anticiparvi avvenimenti a modo loro sempre particolarmente influenti, ma posso dirvi che il primo volume, paragonato a questo secondo, era molto più acerbo. Se ne era intravisto il grande potenziale giusto verso la fine, ma nel complesso a livello di trama e relazioni non era stato nulla di eccelso. Qui, sebbene ci siano ancora degli strascichi del primo, come lo stile particolarmente semplice a tal punto da risultare talvolta un po' troppo sbrigativo, nel complesso c'è stato un salto di qualità e la tensione è stata mantenuta alta dall'inizio alla fine. Proprio questo mi aveva fatta pensare che la fine non mi avrebbe potuta sorprendere come aveva fatto con il primo libro, e invece mi sbagliavo, e di grosso anche. Perché non solo sono stata sorpresa, ma mi sono sentita anche tradita! Fino a quel momento ero riuscita a simpatizzare per entrambi i protagonisti, senza schierarmi particolarmente da una piuttosto che dall'altra parte, per questo il finale è stato una pugnalata alle spalle: uno dei due protagonisti ha tradito la fiducia che riponevo in lui e mi auguro vivamente che abbia delle valide motivazioni!
In conclusione, Jude si conferma un ottimo personaggio grigio, Cardan assume tridimensionalità, gli intrighi politici si affinano e la posta in gioco diventa sempre più alta. Tra l'altro ho apprezzato la naturalezza con cui sono stati affrontati alcuni temi queer (però certo non è il primo libro che mi verrebbe in mente se mi venisse chiesto dove trovare una forte rappresentazione lgbtq+). Dunque consiglio questo libro? Mi ha lasciato con il fiato sospeso e ancora boccheggio se ripenso al finale, quindi sì, anche se posso capire che non sia per tutti (ricordo che non è un romance! Qui l'aspetto romantico -che poi bisogna vedere sotto quali aspetti- è solo un valore aggiunto al vero tema: la politica. Siete stati avvisati).
VOTO
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