martedì 12 dicembre 2023

Recensione: Canto di Sogni, di Lorenzo Bosisio


Torno finalmente con una recensione e questa volta con un fantasy autoconclusivo tutto italiano dove è possibile controllare i sogni e, forse, rincontrare i cari che ci hanno lasciato. Sto parlando di Canto di Sogni di Lorenzo Bosisio!


Canto di Sogni
di Lorenzo Bosisio



Trama

Cosa accadrebbe se fosse possibile modificare la realtà attraverso i sogni? O magari usarla come ponte per superare confini invalicabili come la morte? Marco ha perso i genitori in un incidente stradale e vive con i nonni, trascinandosi in una quotidianità irrisolta. I sogni vigili, che ha da sempre, sono diventati incubi ricorrenti in cui rivive la sua tragedia. L’inizio dell’anno in una nuova scuola è sconvolgente. Aggredito da un barbone per strada, minacciato da un bullo, conosce Diana, sua compagna di scuola che ama come lui la musica e il karate. Le conseguenze degli incontri gli permettono di scoprire un’eredità che si manifesta a volte nella sua famiglia: la capacità di vivere i sogni e di plasmare la realtà attraverso di essi. Inizia così un duplice viaggio accompagnato dall’amore che sboccia fra lui e Diana, dentro sé stesso e all’interno di un mondo fantastico dove ogni regola sembra non esistere e arriva a maturare la folle convinzione di poter incontrare i suoi genitori ancora una volta. Riuscirà nel suo tentativo o si perderà nello spazio infinito del mondo onirico?


Recensione 

Bentrovate e bentrovati con questa nuova recensione. Doverosa la premessa che ho avuto modo di leggere Canto di Sogni grazie al review party organizzato da Alex del blog Vuoi conoscere un casino? che ringrazio per la disponibilità, così come ringrazio l'autore, Lorenzo Bosisio, per la copia digitale del romanzo. 

Fatti i dovuti convenevoli, veniamo a noi!

Innanzitutto un plauso per la scelta della copertina. Sono tanti, troppi, gli autori self che trascurano la copertina del proprio libro, forse ingannati dal detto "non si giudica un libro dalla copertina". Tuttavia, se c'è una cosa che l'editoria e il mondo delle gelaterie ha in comune è che il cliente "compra con gli occhi": il modo migliore per conservare il gelato è nelle carapine e non nelle vaschette all'aperto? Sì. Allo stesso modo, sarebbe meglio non farsi condizionare dall'aspetto esteriore di un libro e guardare unicamente al contenuto? Sì, ma ahimé anche l'occhio vuole la sua parte e una bella copertina non la si dovrebbe negare a nessuno. Rinnovo, pertanto, i miei complimenti per questa copertina, perché quando ce vo' ce vo'.

Per quanto riguarda il contenuto, invece, la storia si svolge attraverso un'alternanza di capitoli ambientati nel presente e di capitoli ambientati nel passato. Questa non risulta eccessiva o ridondante ed è anche piacevole e utile per esplorare un po' più il passato del protagonista, Marco. 

A tal riguardo l'aspetto fantasy è un po' un pretesto per parlare della crescita di Marco. Avrei preferito che le due cose venissero bilanciate meglio, perché l'idea alla base era davvero interessante ma purtroppo non è stata approfondita ed esplorata quanto mi sarebbe piaciuto. Più che ad uno YA, infatti, mi verrebbe da associarlo ad un Teen (sebbene alcune scene non lo permettano).

Nonostante sia un romanzo autoconclusivo, ho trovato l'evoluzione del personaggio di Marco davvero notevole: dal ragazzo chiuso e dalla 'giornata no' facile (talvolta giustificata, considerando la perdita dei genitori) è maturato molto, sembrando quasi di qualche anno più grande. Si tratta, però, di un cambiamento graduale che durante la lettura non si nota, ma si assimila. 

Andrò, poi, forse controcorrente, ma ho apprezzato molto di più il rapporto fra Marco e i nonni che quello con Diana, che mi è sembrato invece un po' troppo semplice e lineare. Persino i "problemi" che la coppia incontra di tanto in tanto sono davvero poca cosa e più che altro frutto della cattiva capacità di aprirsi tipica degli adolescenti, soprattutto quelli con traumi alle spalle. Nel complesso, l'impressione che ho avuto è che si sia cercato di dare alla relazione molta più importanza di quanto poi a conti fatti avesse, soprattutto alla fine. In questo caso si parla di gusti, ma il potere dell'amore non fa davvero per me.

Un aspetto che sicuramente mi è piaciuto, invece, e che mi ha fatta sentire a casa è tutta quella serie di riferimenti alla cultura italiana che nella classica letteratura fantastica anglosassone vengono, per forza di cose, a mancare. Sarà una stupidaggine, ma leggere delle tovagliette per la colazione tutte diverse e non abbinate mi ha strappato un grande sorriso. Questo e nonna Marta, che mi ha ricordato molto la nonna di un amico e che ha un posto speciale nel mio cuoricino.

Le scene nel mondo reale, infatti, erano molto più scorrevoli di quelle nel mondo onirico, in cui talvolta le descrizioni spaziali avevano qualche frase di troppo, facendo annacquare un po' la tensione che si stava costruendo. Ciò di cui, invece, avrei fatto volentieri a meno è una scena fra Marco e Diana che avviene, mentre sognano, verso la fine del romanzo. A libro finito continuo a non trovarne l'utilità e a ritenerla, al contrario, un po' fuori luogo rispetto all'evoluzione della storia. 

Il problema - se così si può chiamare - che ho con Canto di Sogni è che aveva un grande potenziale riguardo all'aspetto fantasy, ma il suo essere autoconclusivo finisce per tarpargli le ali: la possibilità di entrare e modificare i sogni degli altri, capacità concessa a pochi, l'avevo già incontrata in Silver di Kerstin Gier e l'avevo da subito trovata interessante; qui il concetto viene ampliato e si arriva persino a sfiorare una sorta di viaggio nel tempo (nel passato) che, vuoi la trama, vuoi l'intenzione dell'autore, non è stato ulteriormente approfondito, il che, lasciatemelo dire, è un gran peccato.

Se fossi stata in Marco non sarei mai riuscita a trovare il tempo - o la voglia! - per una relazione, perché l'avrei passato tutto a dormire per esplorare questi miei nuovi "poteri", Oscuri (che mi sono figurata come i mostri nel film di Miss Peregrine - La casa dei ragazzi speciali) o meno. 

In conclusione, consiglierei Canto di Sogni? , se cercate un romanzo di formazione che non sia targato Teen e una storia d'avventura ambientata in Italia. No, se cercate una storia d'amore targata YA (Young Adult) o una componente fantasy particolarmente approfondita. 



VOTO












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