Salve, lettori e lettrici! Quello di oggi è una distopia femminista che, già vi anticipo, ho amato alla follia. Si chiama Vox ed è di Christina Dalcher.
Vox
Puoi dire non più di 100 parole al giorno
Ma solo se sei una donna
Quando il silenzio è assordante
Trama
Jean McClellan è diventata una donna di
poche parole. Ma non per sua scelta. Può pronunciarne solo cento al giorno, non
una di più. Anche sua figlia di sei anni porta il braccialetto conta parole, e
le è proibito imparare a leggere e a scrivere. Perché, con il nuovo governo al
potere, in America è cambiato tutto. Jean è solo una dei milioni di donne che,
oltre alla voce, hanno dovuto rinunciare al passaporto, al conto in banca, al
lavoro. Ma è l'unica che ora ha la possibilità di ribellarsi. Per se stessa, per
sua figlia, per tutte le donne. ⟮Limite di 100 parole raggiunto⟯
Recensione
Che
dire: divorato in cinque ore o poco più. Premetto che amo i libri distopici,
perché sono capaci di suscitare quel giusto mix di rabbia, indignazione, paura
e voglia di cambiare il mondo prima che accada qualcosa di irreparabile. Vox
è tutto questo.
Con le
distopie si affrontano sempre temi di rilevanza mondiale, tematiche
delicate e strettamente legate alla politica, spesso anche alla religione, non
sorprende quindi che la protagonista, Jean, sia ben lontana dalla
classica adolescente che ancora si deve scoprire: Jean, o Gianna per i suoi
genitori italiani, è infatti una donna adulta di quarantatré anni appena
compiuti, neurolinguista e madre di quattro figli, a cui viene tappata la
bocca.
Il
mondo rappresentato in Vox è raccapricciante e costruito su avvenimenti
realistici: è proprio questo ciò che rende distopico un libro e che lo separa
dalla fantascienza, catapultandolo nella letteratura di Orwell e Huxley.
Accade tutto in un attimo, una macchina in moto che, però, nessuno sembra
notare finché non è troppo tardi. Cospiratori, fatevi avanti!
La
domanda che sorge spontanea è: "Perché nessuno fa niente?!",
"Non si rendono conto a cosa stanno andando incontro?" La risposta è
No. No, perché semplicemente si fidano, non è nuova la storia di un
popolo che delega le scelte per il proprio bene a qualcun altro. Le
città sono più grandi, gli Stati sono più estesi, le questioni politiche sono
ormai di livello mondiale e il singolo cittadino crede che siano questioni
lontane che non lo riguardano veramente, che da solo, lui contro le potenze
mondiali, possa fare ben poco. Non so voi come la pensiate, ma sicuramente
questo era ciò che credeva la Jean adolescente, in un periodo in cui i problemi
erano ben altri -almeno per lei.
Vox ci
riporta attraverso i ricordi della stessa Jean a quando tutto è iniziato, ma
specialmente a come tutto sia potuto nascere…
¶ Perché il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione
-cit. di E. Burke presente in Vox
Ed è
esattamente ciò che è successo, perché nel mondo immaginato dalla Dalcher le
persone, la stessa Jean, avevano smesso di votare per dedicarsi a futilità,
avevano smesso di manifestare per pigrizia, avevano smesso di interessarsi a
qualcosa che in realtà riguardava tutti loro, preferendo non parlare. Il
messaggio che Christina Dalcher voleva trasmettere è proprio l'importanza di
protestare, di usare la voce. L'ha espresso molto chiaramente in
un'intervista che potete trovare qui,
dove racconta anche da dove sia nata l'idea per questo suo romanzo d'esordio.
In
sostanza Vox racconta di una presa di coscienza della
protagonista, che maturerà con il tempo anche una propria crescita personale,
scaturita per un istinto di protezione materno nei confronti della
figlia Sonia, ma anche a causa di un orgoglio intaccato dagli stessi
figli maschi.
La
crescita infatti non è una prerogativa solo di Jean: Steven, il primogenito, si
unirà alla milizia del regime in carica, alimentando una disparità fra sessi,
solo per finire con l'aprire gli occhi nel modo più trucido e violento che un
ragazzo di appena diciotto anni possa vivere.
Alla
fine ciascun personaggio incarna un modo di essere:
dall'individuo passivo che si vede il mondo crollare addosso, a quello
influenzabile e attivo, solo nella fazione sbagliata, all'accondiscendente che
inizia a ribellarsi solo dopo un trauma a lui vicino. Non ci sono i
grandi eroi, ma solo persone. Una tecnica capace di rendere il tutto
solo più realistico.
Come
già preannunciato sono tematiche delicate, ma trattate in modo diretto e
chiaro, lo stesso stile, sebbene dotato talvolta di tecnicismi (ricorre un
linguaggio medico), è scorrevole e avvincente. Non mancano il black
humor e le frecciatine ironiche, né la giusta dose di comicità. È
entusiasmante nella scoperta di quanto il piano del governo sia in realtà più
contorto di quanto non sembri e di come non tutti siano disposti ad
abbassare la testa.
¶ "C'è una resistenza?" Che suono dolce che ha, questa parola.
"Bellezza, c'è sempre una resistenza. Non sei andata al college?"
-cit. tratta da Vox
Se dobbiamo parlare di pecche, l'unica cosa che mi ha fatto un po' storcere il naso è stato il finale: leggermente confuso e sbrigativo; ammetto di aver fatto fatica a star dietro alla trama in alcuni momenti. Come facilmente intuibile, essendo un libro distopico, non esiste un vero e proprio finale, ma è giusto così (sebbene l'autrice non abbia escluso un secondo volume, probabilmente conclusivo).
Tirando
le somme, Vox è un libro che dovrebbero leggere tutti, è tarato per un pubblico
più adulto (ma potrebbe benissimo rientrare nella categoria Young adult)
e si ispira ai grandi pilastri della letteratura distopica, garantendo un
messaggio forte e chiaro: 1984 di G. Orwell, Fahrenheit 451 di R.
Bradbury e Il racconto dell'ancella di M. Atwood (The handmaid's tale,
nella versione originale).
Ciao! Innanzitutto complimenti per questo anno di blogging, porti sempre recensioni stupende😍. Questo libro distopico l'ho sempre sottovalutato ma dopo aver letto la tua recensione mi ricredo, penso che parli di temi fin troppo attuali e spero di riuscire presto a dargli una possibilità ❤️. Ancora complimenti ❤️
RispondiEliminaTi ringrazio davvero ❤ E sono contenta di essere riuscita a farti rivalutare Vox: è un libro profondamente attuale, purtroppo, e che credo andrebbe letto almeno una volta nella vita. Spero tu riesca a leggerlo!
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