sabato 9 novembre 2019

Recensione: La chimera di Praga, di Laini Taylor

La chimera di Praga Laini Taylor


Salve, lettori e lettrici! Se volete conoscere un libro fuori dalla comfort zone dei classici fantasy, La chimera di Praga di Laini Taylor è il libro che fa per voi. 


La chimera di Praga
di Laini Taylor



Trama

Karou ha 17 anni, è una studentessa d’arte e per le strade di Praga, la città dove vive, non passa inosservata: i suoi capelli crescono di un naturale blu acceso, la sua pelle è ricoperta da un’intricata filigrana di tatuaggi e parla una straordinaria quantità di lingue. Spesso scompare per giorni, e nessuno sospetta che durante quelle assenze vada in giro per il mondo a compiere missioni per Sulphurus, il demone chimera che l’ha adottata alla nascita. Karou non sa nulla delle proprie origini, né possiede ricordi dei suoi veri genitori, e una strana sensazione di vuoto, di memoria perduta agita i suoi pensieri e i suoi sogni senza mai abbandonarla. Così la sua quotidianità praghese, dominata dalla passione per il disegno, è intervallata da improvvisi ed esotici viaggi che la conducono fin dentro i più fumosi vicoli della medina di Marrakesh. Chi è dunque questa giovane e talentuosa avventuriera? Quale mondo si cela in quei disegni di corpi metà animali e metà umani che costellano i suoi fogli? Arriverà una guerra, spietata e senza tempo, a svelare la natura di Karou e della sua famiglia e a farle conoscere il vero amore, tanto passionale quanto contrastato. 



Recensione

La chimera di Praga (The Daughter of Smoke and Bone, nel titolo originale) è il primo di una trilogia nata dalla penna di Laini Taylor. E senza dubbio è un libro capace -come pochi- di catturare il lettore fino all'ultima delle sue pagine. 
Karou, la spumeggiante, ribelle e avventata Karou, dai capelli blu elettrico e il corpo decorato da tatuaggi, è parte di una tela non ancora completata, ma che si prospetta già magnifica. E' un'opera d'arte che va solo scoperta, passo dopo passo, pagina dopo pagina. 

Sono molte le cose che si scoprono all'interno di questo primo volume, molta "carne al fuoco" perfettamente posizionata lungo la strada e capace di far sperare, dopo aver girato l'ultima pagina, di avere già il secondo volume a portata di mano per scoprire di più. Perché quello che la Taylor ha creato è un mondo completamente nuovo. Dal marcato carattere Urban Fantasy, La chimera di Praga si prospetta come l'ascesa per una mitologia che non era stata ancora toccata profondamente: quella delle chimere. 

Chimere: esseri dall'aspetto mostruoso, unici persino tra i propri simili grazie alle infinite possibilità di combinazione fra più specie, un intrigante e allo stesso tempo affascinante miscuglio di parti umane e parti animali. Una mitologia, come già detto, ancora inesplorata, ma che sicuramente viene completamente valorizzata una volta che si iniziano ad apprendere le dinamiche di questo nuovo mondo, dove la bellezza non equivale alla bontà e l'orrido è ben lungi dall'essere malvagio. 

Lo sa bene la famiglia di Karou, un gruppo di Chimere che l'ha cresciuta da quando lei ne aveva memoria e che le ha insegnato tutto quello che sa. Primo fra tutti, Sulphurus. Un padre, un mentore, un datore di lavoro, un porto sicuro da cui la nostra protagonista si rifugia quando la solitudine diventa troppo opprimente e il mondo a cui appartiene le va più stretto di un misero e disorganizzato negozio fuori dal tempo e dallo spazio. Perché quella di Karou è una famiglia che non può starle al fianco ogni giorno né può essere facilmente raggiungibile. 

Immaginò di rimanere bloccata lì. A volte Sybilis impiegava lunghissimi minuti per aprire il battente, e ogni singola volta Karou considerava la possibilità che la porta potesse non aprirsi. C'era sempre l'angoscia di rimanere chiusa fuori, non per una notte soltanto, ma per sempre. Quello scenario le dava una consapevolezza esasperata della sua impotenza. Se, un giorno, la porta non si fosse aperta, lei sarebbe rimasta sola. 

La ragazza dalla pelle diafana costellata di tatuaggi vive in un perenne stato di ansia e solitudine: è forte il terrore che un giorno, la porta, che le permette l'accesso a quella che considera la sua vita vera, potrebbe chiudersi dietro di lei e non lasciarla più entrare, lasciandola sola al mondo. Sostanzialmente Karou è un'adolescente che, contrariamente ai molti, vorrebbe solo poter vivere con la sua famiglia. Ma non può. Molto matura per la sua età, consapevole delle sue azioni persino quando sbaglia, si fida dei suoi cari ad occhi chiusi: suo compito è, infatti, recuperare in giro per il mondo denti -umani e non- per conto di Sulphurus, senza sapere perché. In questo modo si ritrova a visitare posti sempre nuovi, pur continuando a nutrire per la sua Praga un affetto speciale. 

Andando avanti con la storia ci rendiamo conto che, se con l'amica Zuzana esce fuori il suo lato ironico e a tratti adolescenziale e con le Chimere si dimostra insicura e bisognosa di affetto, Karou è anche calcolatrice, pericolosa, potente, più di quanto creda. Caratterizzata da quell'attraente brivido di pericolo che si ha quando si va incontro a qualcosa che vogliamo, ma che sappiamo non dovremmo volere. Sono esattamente questi i pensieri dell'unico Serafino che possa dire di aver amato, e per questo aver sofferto. 

Akiva è un nemico, reso crudele da secoli di guerra, ma soprattutto per aver perso Madrigal. Questo! Questo è senza dubbio un gran bel colpo di scena! La scelta di dedicare quasi gli interi capitoli finali a questo "nuovo" personaggio soddisfa pienamente tutte le domande che ne potrebbero scaturire e pone le basi per un interessante risvolto nella trama: dopo aver identificato l'origine di Karou in un nuovo inizio, una nuova possibilità, per Madrigal, sarà interessante vedere come la sua personalità del passato si andrà a fondere con quella del presente, come il suo lato Chimera si dovrà adattare al suo corpo umano. 

Con il suo stile ricco e scorrevole, la scenografia scura e accattivante e dei personaggi caratterizzati ad hoc, la Taylor ci presenta anche due tipi di amore incondizionato: quello per la famiglia e quello per il proprio amante. La storia di amore fra Karou e Akiva è più antica di quanto non sembri e come tutte le grandi storie d'amore bruciava di passione, ma ha avuto vita breve. La morte aveva posto il suo punto, ma ora che i due si sono ritrovati si potrebbe pensare che niente e nessuno potrebbe mettersi in mezzo. E invece Karou antepone a questo un altro tipo di amore, quasi più profondo e viscerale, radicato in lei sorprendentemente da più tempo del suo incontro con il Serafino. La figura di Sulphurus, se nella prima parte del romanzo è già capace di conquistare i cuori dei lettori, con i suoi modi burberi e il suo -non tanto ben nascosto- affetto per Karou, attraverso i ricordi di Madrigal acquista un valore ancora maggiore.  
Ho apprezzato la scelta di lasciare indietro Akiva e una vita sicura alla volta di una missione potenzialmente suicida per ricongiungersi con la sua famiglia, perché alla fine è questo quello che Karou ha sempre voluto...

Quel discorso sul prendersi la sua libertà, a che si riferiva? Era una cosa che le dava un senso strisciante di incombente solitudine, come se lei fosse un qualche animale orfano, cresciuto da benefattori e pronto ad essere liberato nella natura selvaggia. 
Lei non voleva essere lasciata libera nella natura selvaggia. Voleva essere protetta con amore. Voleva appartenere a un luogo e a una famiglia, irrevocabilmente. 




VOTO










2 commenti:

  1. Mi hai fatto scendere in paio di lacrime. È sempre un'emozione per me parlare di questo libro

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    1. Ne sono davvero contenta, ti ringrazio! Questo libro è stata una bellissima scoperta e non vedo l'ora di leggere i successivi

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