venerdì 22 novembre 2019

Recensione: Nervernight - Mai dimenticare, di Jay Kristoff

Nevernight Jay Kristoff

Ed eccoci qua, con la recensione di uno dei libri più chiacchierati dell'ultimo mese: Nevernight di Jay Kristoff.


Nevernight - Mai dimenticare
di Jay Kristoff

Nevernight, mai dimenticare: recensione di Pagine di Inchiostro


Trama


Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura. 

Recensione

Premetto che la recensione sarà divisa in due parti, di cui la prima senza spoiler per chi fosse ancora indeciso o anche solo curioso.

Nevernight, mai dimenticare è un libro senza dubbio fuori dagli schemi, se non bastasse infatti il tema crudo scelto dall'autore, si porterebbero senza dubbio ad esempio le note del narratore. Unico nel suo genere, il primo volume della saga di Nevernight ci intavola un intero mondo tutto da scoprire e l'introduzione iniziale da parte del narratore fa in modo di prospettarci quello che andremo a scoprire: non la storia di un'eroina né la vita di una persona buona, ma le ombre e le tenebre e i sussurri dietro di essa.

Purtroppo, però, gli eroi della storia sembriamo essere noi: per arrivare al tanto ambito premio, infatti, dobbiamo passare per una serie di peripezie, che qui, per questo volume, sono incarnate da 150 pagine iniziali di... nulla.
Cercando in giro ho trovato lettori che hanno presentato lo stesso problema e mi sono sentita meno "sola". Ovunque mi girassi, mi imbattevo in recensioni entusiaste al 100%, ma parliamoci chiaro: dei problemi all'interno del libro ci sono, e la cosa più grave è che sarebbero potuti essere evitati.

Ogni libro inizia a modo suo, chi con un excursus più o meno dettagliato, chi in medias res, chi parte dalla fine. Questo per dire come sia normale, e talvolta necessario, un preambolo che ci presenti il protagonista gradualmente. Il problema di fondo che troviamo qui, però, è l'inutilità di così tante pagine.
Chi avesse già acquistato una propria copia lo sa bene, ma per coloro che non hanno ancora tra le mani il primo volume di Jay Kristoff, lasciate che vi spieghi che si tratta di un'edizione straordinaria (Sentiti complimenti alla Oscar Mondadori, davvero), dalle pagine più grandi di un "normale libro". Perciò, quando parlo di 150 pagine, mi riferisco a quelle 150 pagine. Azzarderei persino a dire che a grandezza normale potrebbero incarnare un buon libro da 200 pagine.
Dunque, la domanda che mi pongo è: era davvero necessario utilizzare 200 pagine per un preambolo?
La risposta - per quanto mi riguarda - è No.
Alcuni eventi, ma più che eventi li chiamerei descrizioni, sono utili, ma si sarebbero potuti riassumere e concentrare molto più facilmente in un racconto decisamente più fluido.

Mi spiace dirlo, ma se non fosse stata per la fama dietro a questa saga, vi dico col cuore che l'avrei volentieri abbandonata.
Intere descrizioni ripetute per pagine e pagine solo per far arrivare l'analogia con eventi già narrati. Per carità, stratagemma narrativo molto utile e accattivante, ma quando usato con riguardo. Come si suol dire... il troppo storpia. E nelle prime pagine di storpiature ce ne sono a sufficienza.

Voglio spaventarvi? Assolutamente no, ma voglio che siate pronti, perché io non lo ero e se non fosse stato per la curiosità di capire cosa diamine ci trovassero gli altri (ma anche per una testardaggine personale, lo ammetto) non avrei proseguito, e sarebbe stato un errore.

Nevernight è senza dubbio una saga nuova, fresca. Un mondo a cavallo fra il sistema politico repubblicano degli antichi romani e il fantasy medievale. Da latinista accanita è stata una piacevole scoperta e non sono state poche le analogie ritrovate, e molto apprezzate.

I personaggi, che non chiameremo eroi, sono una boccata d'aria fresca in una società perbenista dominata dalle apparenze. Qui stiamo parlando della Chiesa Rossa, qui stiamo parlando di assassini.

Il personaggio di Mia non ha nulla di controverso, è lineare nella sua oscurità. Spinta dal bisogno di vendetta, farebbe qualsiasi cosa per eliminare gli assassini della sua famiglia, persino allenarsi per entrare nella scuola di assassini più rinomata.
Mia presente un'oscurità dentro di lei, che cresce pagina dopo pagina, e una fuori, letteralmente: è il caso di parlare di Messer Cortese, un gatto fatto di ombra e oscurità, piatto come carta e semitrasparente, dagli occhi che non sono occhi (chi ha letto il libro capirà e per chi deve ancora leggerlo... preparatevi: lo sentirete spesso). Messer Cortese potrebbe essere interpretato come il Grillo Parlante della nostra protagonista, solo con una coscienza tutta sua e leggermente fuori dagli schemi.
Il legame che unisce i due è qualcosa di profondo ed è una chicca all'interno del libro.

"Sei con me?"
"... sempre..."

Accanto a Mia vediamo, poi, una serie di personaggi, tutti ben caratterizzati. Primi fra tutti gli insegnanti, gli Shiaiid. Ciascuno di loro è in grado di trasmettere un'emozione specifica anche solo alzando un sopracciglio e Kristoff è bravo a tratteggiarne la personalità nonostante appaiano relativamente poco.  

Menzione d'onore va sicuramente a Tric: un ragazzo da un passato doloroso, ma che a differenza di Mia, si trascina nella sua vendetta con il sorriso. Tric non ha alcun Messer Cortese a nutrirsi della sua paura e la mancanza di questa "stampella", a cui invece si appoggia Mia, lo rende ancora più sorprendente quando lo vediamo combattere a fianco della nostra protagonista. 

In conclusione Jay Kristoff è stato capace di creare un intero mondo dai personaggi alquanto cinici e decisamente realistici: scene brutalmente crude come le punzoni corporali o momenti pieni di lussuria, ma talvolta privi di amore, sono delle peculiarità di quello che è lo stile dell'autore. 

Prima di giungere alla zona "Spoiler", però, vorrei sottolineare un'altra caratteristica del libro: le note a piè di pagina
In quei libri dalle città inventate, dagli universi nati dalla fantasia di qualcuno, vi è mai capitato di chiedervi cosa ci fosse dietro? Come quel preciso ponte sia stato edificato, perché alcune strutture abbiano quel determinato nome o quale fosse la historia dietro quella città? 
Ebbene, cari lettori e lettrici, le vostre curiosità troveranno sicuramente delle risposte, proposte proprio da quella particolare e anticonvenzionale voce narrante. Perché veri e propri asterischi rimandano a basso, spiegando nomi, terminologie, eventi dati "per scontato" o anche solo piccole curiosità. 
Come già anticipato prima, però, il volume presenta dei problemi e le note non vengono risparmiate, anzi. 
Nella prima parte del volume, infatti, le note risultano piacevoli, divertenti (Violiiiiiini, capirete solo leggendo), spesso persino necessarie, perché riferiscono scene della protagonista a cui non ci è dato assistere, ma che ai fini della trama sono essenziali. Un trucco narrativo alquanto interessante, inserire note un po' per dar sfogo alla voglia di far conoscere tutto quello che si è inventato, un po' per non far risultare la lettura troppo densa perché carica di nozioni e informazioni. 

Allora dov'è il problema, vi starete chiedendo? Ebbene, il problema sorge proprio nel momento in cui, abituati a note brevi (vorrei sottolineare brevi!) e utili ai fini della trama, si passa a note che arrivano ad occupare anche metà pagina e che, soprattutto, non adducono alcun contributo pratico alla storia! Pezzi di storia, curiosità lessicali... tutto molto interessante, ma non nel mezzo di scene cariche di pathos... Perché, essendo servite a comprendere meglio per buona parte del libro, quando se ne intraprende la lettura nella restante parte, non si è pronti a ritrovarsi con un pugno di nozionistica fine a se stessa che non fa, di nuovo, rimanere nel pathos della scena. 
Non credo che esista un "trucco" per capire a quali note ricorrere e quali scegliere di leggere, magari, a fine capitolo o a fine libro, persino: probabilmente consiglierei un rapido sguardo d'insieme, ma non sempre basta. Perciò vi avviso, spesso leggere le note corrisponde ad aprire un manuale di storia durante una scena di un film alquanto cruenta. Ecco, difficilmente possono coesistere... 


Tutti questi problemi, fortunatamente, si vedono passare in secondo piano (o quasi) grazie alla trama ben articolata e carica di colpi di scena!! 

E finalmente giungiamo alla Zona Spoiler. Se volete evitarla, non cliccate sul pulsante sottostante. 

Concludo questa recensione, somigliante sempre più a una delle note del libro, dichiarandomi felice di non aver comprato l'intera saga tutta insieme sull'unghia, ma ancora più entusiasta di aver trovare una trama innovativa come questa. 
Nel complesso sorvolo sui piccoli ostacoli trovati lungo la strada, ma non posso ignorarli. Per questo motivo (e solo per questo!) il punteggio non sarà pieno, ma auspico che aumenterà pei volumi successivi che sicuramente acquisterò. 




VOTO






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