giovedì 27 ottobre 2022

Recensione: INANNA - mitologia sumera, di Emanuela A. Imineo


Contravvenendo al post precedente, dove vi anticipavo quali sarebbero state le recensioni in arrivo, eccomi qui con la recensione di un retelling mitologico in chiave horror: Inanna - mitologia sumera di Emanuela A. Imineo, uscito ieri 26 ottobre!

Inanna 
mitologia sumera
di Emanuela A. Imineo


Trama 

Inanna è Dea della natura e della bellezza, regina dei Cieli e della Terra. È sorella di Ereshkigal che, invece, non è più nulla. Inanna proverà a discendere negli Inferi per salvarla, perché Ereshkigal è diventata Dea oscura, relegata nel Kurnugi, il Paese del non ritorno. Inanna dovrà lasciare sette cose di sé in ogni livello infernale che attraverserà per raggiungere la regina delle tenebre. La disperazione senza fine dei dannati graffia via il meglio di chiunque la attraversi. Cosa resterà di lei?

Inanna è una rivisitazione in chiave horror del poema sumero “La Discesa di Inanna negli Inferi”. 

Due sorelle, un’ombra e il dolore di dover vivere.


Recensione

Partirò con il dire che ho avuto modo di leggere Inanna - mitologia sumera di Emanuela A. Imineo grazie ad un review party concesso da O.D.E. Edizioni e che quindi ringrazio autrice e C.E. per l'opportunità!

Venendo a noi, invece, vi informo che, a differenza di quanto ormai siamo abituati a leggere, la mitologia a cui si ispira il romanzo non è quella greca, bensì quella sumera. E la storia fa riferimento in particolare al poema sumero la Discesa di Inanna negli Inferi datato al III/inizio II millennio a.C.! 

Quindi innanzitutto un plauso all'autrice per aver portato all'attenzione di noi lettori e lettrici un argomento inedito per il panorama letterario odierno. E poi mi piacerebbe farne un altro a chiunque abbia realizzato la copertina perché è fantastica!

Per quanto riguarda il romanzo in sé, invece, vi dico già che durante la lettura sarà inevitabile trovare similitudini con l'Inferno di Dante della Commedia, ma mi sono informata e vi posso assicurare che Imineo da quel punto di vista è rimasta fedele al poema originale. I cambiamenti -perché se non ci fossero non si parlerebbe di retelling- si riscontrano, dunque, principalmente nella durata di questo viaggio negli Inferi, o Kurnugi nella mitologia sumera, e ovviamente in un inedito approfondimento psicologico della "cattiva" Ereshkigal. 

Non giriamoci attorno: Inanna - mitologia sumera è crudo. E non viene definito horror a caso, quindi se cercate una lettura felice, con un lieto fine e magari con del romanticismo, questo non è il libro per voi. Si potrebbe dire che non sia per i deboli di cuore perché, anche se non scade mai in un linguaggio volgare, è descrittivo e se leggere di Inferno di Dante, livelli infernali e dannati non avesse fatto click nella vostra mente, ve lo dico chiaramente io: si assisterà a diverse torture nel vero senso della parola. Le scene sono molte e ci si sofferma parecchio, anche perché di base si sta parlando del fulcro del romanzo stesso, quindi "lettore avvisato, mezzo salvato".

Ricollegandomi, poi, ai cambiamenti effettuati rispetto alla storia originale, vi avevo detto che la durata del viaggio era uno di questi: nel poema sumero, infatti, Inanna attraversa tutti e sette i livelli, mentre nel romanzo la dea si ferma molto prima. Scrive l'autrice "Ho rivisitato il mito di sua sorella senza arrivare alla fine dei livelli perché Ereshkigal aveva bisogno di avere prima la sua vendetta". 

Per quanto posso aver apprezzato l'idea di dare egual spazio a Inanna e a sua sorella Ereshkigal, tagliando parte di quello che alla fine era il viaggio in solitaria della nostra dea, devo ammettere di aver sentito la mancanza di qualcosa di più. Il libro è piccolino, sono poco più di 200 pagine circa, e sfortunatamente è autoconclusivo. Dico sfortunatamente perché avrei voluto sapere di più, avrei voluto indagare di più l'animo di Inanna che, paradossalmente, pur essendo la protagonista sembra avere una caratterizzazione meno strutturata della sua controparte Ereshkigal.
Questa non la credo una mancanza dell'autrice quanto più l'essenza stessa della dea: Inanna è la dea dell'amore ma allo stesso tempo ne è vittima e la sua ingenuità e bontà verso tutto e tutti ne è dimostrazione. Ereshkigal, d'altra parte, ha un vero e proprio percorso psicologico e subisce una discesa agli Inferi fisica ma anche mentale. Non so quanto provenga dal mito originale e quanto invece sia frutto dell'invenzione dell'autrice, sta di fatto che è un gran personaggio e mi è dispiaciuto lasciarla.

L'impressione che ho avuto per tutta la durata del romanzo è stata quella di star leggendo un mito in tutto e per tutto. Provo a spiegarmi: l'uso tendente a volte più sul tell che non sullo show (riprendendo la formula show don't tell = mostra non raccontare), l'atmosfera quasi onirica e la mancanza di un finale vero e proprio, in aggiunta al cerchio narrativo che si chiude quando nell'epilogo ritroviamo il prologo, dà l'idea di un racconto estemporaneo, non di una storia con un suo inizio e una sua fine, ma di una storia sospesa in eterno che ci lascia a domandarci se nella visione rivista di Emanuela A. Imineo prima o poi Inanna avrà un suo lieto fine come nel mito originale o se invece sarà una vittima perenne del Kurnugi. 

Alla fine ci si rende conto che, così come Inanna, anche il lettore rimarrà per sempre nella sua versione personale di eterna dannazione, un limbo di domande e incertezze che non avranno mai risposta. 

In conclusione, consiglio questo libro? . Lo reputo per tutti? Di nuovo, no. Sicuramente è una lettura perfetta per Halloween che può prestarsi a più interpretazioni: una più d'intrattenimento e un'altra più moraleggiante. 



VOTO

2 commenti:

  1. Non ti nascondo che penso non faccia per me ma la recensione è come sempre splendida. Hai parlato in modo molto esauriente di ciò che hai apprezzato e di ciò che invece ti ha fatto storcere il naso. Sinceramente da un lato mi interessa molto, dall'altro non reggo molto la violenza nei romanzi quindi mi sa che per ora rimango su qualcosa di più tranquillo ❤️

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è sicuramente un libro per tutti e non credo neanche abbia la pretesa di esserlo. Purtroppo con temi del genere è meglio andarci cauti se si sa già che non si digeriscono facilmente

      Elimina