Salve, lettori e lettrici! Oggi vi porto
una nuova recensione, un fantasy ispirato alla mitologia norrena uscito a marzo
2020 e che ha come protagonista un personaggio particolarmente amato. Sto
parlando di: Loki, il giovane dio dell'inganno, di Mackenzi Lee!
Ho sempre trovato intrigante la sua
figura, ma purtroppo le mie aspettative non sono state soddisfatte.
Ringrazio ugualmente la Mondadori per l'invio di una copia ARC in omaggio.
Loki, il giovane dio dell'ingannodi Mackenzi Lee
Trama
Recensione
Ho a lungo pensato come raccontarvi la mia esperienza con questo libro e alla fine ho deciso di partire dal titolo: Loki il giovane dio dell'inganno credo sia un titolo errato, perché di "dio dell'inganno" si è visto ben poco. Ma andiamo con ordine...
Nonostante il Loki della Lee non si possa definire il tipo che
reagisce ai problemi della vita (sembra più che preferisca subirli), i motivi
alla base delle sue insicurezze ci sono tutti. Infatti, nella prima parte del
libro ci troviamo ad Asgard -dove avverrà il "fattaccio" già
anticipato nella trama- e qui ci vengono raccontate le dinamiche interpersonali
che il ragazzo ha con la sua famiglia.
Piccolo avviso: non tratterò la veridicità di questi rapporti o
dei personaggi in sé, perché non mi sento di essere informata a sufficienza per
poter mettere a paragone le versioni mitologiche con quelle dell'autrice, ma
sono piuttosto sicura che se cercate un libro fedele alla mitologia norrena...
questo non è il libro che fa per voi. Ma proseguiamo!
Come avevo già lasciato intendere sopra, Loki vive una famiglia
disfunzionale: tra una madre passiva e sottomessa al marito, un padre che
dovrebbe incarnare la saggezza e invece sembra terrorizzato dalla sua stessa
ombra, e ciò che è peggio è che agisce di conseguenza, e un fratello
chiaramente favorito e sicuramente poco onesto, simpatizzare con il nostro
protagonista non viene così difficile. Devo dare merito all'autrice per il modo
in cui è riuscita a rendere palpabile la frustrazione e
il senso di inadeguatezza che Loki prova. Le varie situazioni
che vengono presentate nella prima parte sono un colpo al cuore continuo e, se
mal sopportate Thor, questo libro potrebbe peggiorare la situazione.
Tanto ho trovato la Lee brava nel descrivere l'aspetto
interiore e intimo del protagonista, oltre alle dinamiche
interpersonali, tanto ho visto un calo nella qualità per
quanto riguarda l'aspetto esteriore, più pratico: per intenderci, la trama.
La narrazione dei fatti veri e propri, infatti, risulta prevedibile,
banale, talvolta persino insensata e priva di
fondamento.
Non farò troppi giri di parole: la parte centrale del
libro è completamente inutile. Non dà nulla al personaggio e potrebbe
essere sostituita senza provocare il più piccolo sconvolgimento. Per quanto mi
riguarda, una storia che non fa evolvere il protagonista, che sia in positivo o
in negativo, non ha motivo di esistere, specialmente quando l'obiettivo non era
quello di mantenere un personaggio statico, ma di farlo evolvere verso il
cattivo che tutti noi conosciamo.
Dopo aver letto fino all'ultima pagina vi posso dire che il libro si sarebbe
potuto dimezzare e non ne avrebbe sofferto nessuno: importano solo l'inizio e
il capitolo finale, come ci si arrivi e cosa accada è completamente
irrilevante. Piuttosto che finire su Midgard, Loki avrebbe potuto fare una gita
al supermercato e si sarebbe ottenuto lo stesso risultato.
Loki, infatti, non cresce mai. Non matura, non impara.
Da quello che mi viene presentato come il dio dell'inganno mi sarei aspettata
molto di più. Ci viene raccontato esattamente un solo furto e vi posso dire che
i borseggiatori davanti al Colosseo a Roma sono più bravi.
La trama è debole e lo sa anche l'autrice
che infatti cerca di vivacizzarla con colpi di scena che però
vengono vissuti abbastanza passivamente. Si registra il nuovo
andamento di trama e si va avanti: è tutto abbastanza prevedibile e se non lo è
un'azione precisa, lo è il suo proseguo (oltre al fatto che il
"cattivo" che sta agendo si individua ancora prima di
arrivare sulla Terra...).
Arriviamo ora ad una questione per me delicata: il tempo.
Come scorre, come varia? Apparentemente sembrerebbe seguire la scia del jolly:
"istruzioni per l'uso: mettere dove serve. Nessuna regola inclusa".
Oltre ad Asgard, noi "visitiamo" altri due mondi: quello degli Elfi
di Ghiaccio e quello degli umani. Se nel primo non viene minimamente accennato
ad alcun gap temporale, alcuno scorrere del tempo diverso, nel secondo c'è
questo "piccolo" particolare che si vede essere un mero
tappabuchi di trama lontano un miglio o da Asgard (giusto per rimanere
in tema). Mi tocca ripetermi, ma non posso fare altrimenti. Il nostro Loki è un
ragazzino, probabilmente pure minorenne nella prima parte del libro, che nella
sua vita il massimo che ha fatto è stato deludere il padre per la corporatura
esile e i capelli neri, incapace di parlare per se stesso e specialmente di
mentire o ingannare, eppure sulla Terra sono ben noti i libri sulla mitologia
norrena, con il classico dio del caos e degli inganni, l'uomo adulto che si
diverte a spese degli altri dei. Insomma, sulla Terra sembrerebbero
essere avanti nel tempo, perché sono secoli che girano le leggende su di
loro. Come questo sia possibile non ci è dato saperlo. Tutto quello che ci
viene detto è che "il tempo è una cosa sfuggente e mutevole",
ma più ci penso, meno cose tornano. Ovviamente questo espediente serve per far
procedere la trama e mi dispiace dirlo, ma alla fine, facendo due conti,
l'unica cosa utile che accade nella parte centrale del romanzo è l'unica che
non ha fondamento alcuno. Non sto neanche a soffermarmi sul tempo che ci
saremmo risparmiati se Loki si fosse deciso ad indagare prima su qualcosa che
lo riguardava in prima persona.
Sulla lunghezza d'onda dell' "usare quando serve"
troviamo la differenza di forza asgardiana da quella umana che
si perde per strada e la magia di cui l'autrice sembra
ricordarsi a momenti alterni: trasmutarsi a pagina dieci va bene, ma aprire una
porta a pagina dodici no. Infatti, prima troviamo il paradosso di rapportarci
con una civiltà -quella umana- che si aspetta di trovare il dio del caos, delle
tenebre, del male etc etc e che poi lo tratta come un liceale uscito da un
poster emo degli anni 2000, e poi un uso della magia privo di regole:
se serve una scazzottata per aggiungere pagine ci dimentichiamo che stiamo
parlando di uno stregone, quando poi dobbiamo mantenere alta la tensione e
avere un ritmo serrato, ecco che volano raggi di energia. Non si tratta di far
polemica, ma ci sono intere situazioni ed evoluzioni di trama che si sarebbero
potute evitare con la magia e il lettore non solo si accorge delle incongruenze,
ma anche dell'espediente poco ponderato, e questo non porta a nulla di
buono.
Da salvare potrei mettere la menzione all'essere genderfluid e
bisessuale di Loki che riprende la versione mitologica, più che quella della
Marvel, ma, per l'appunto, si tratterebbe solo di questo: menzioni di due righe
contate (e non è un eufemismo). Ci viene persino detto che tali realtà ad
Asgard non sono motivo di dibattito alcuno e che l'intolleranza umana
apparrebbe insensata agli occhi di un asgardiano, ma alla fine quello che ci
è stato mostrato di Asgard non solo è davvero poco, ma molto eteronormativo.
Due sono le coppie che ci vengono presentate, entrambe eterosessuali (di cui
una neanche troppo sana), e, tolto Loki e due personaggi, di Asgard non vediamo
altro.
Insomma, se cercate un libro fedele ai miti nordici, con un Loki
machiavellico, ambiguo e scaltro, con reali temi LGBTQ+, con una trama,
continuate a cercare altrove. A conti fatti, salvo solo le dinamiche
interpersonali iniziali, e se questo per voi è sufficiente, non posso che
augurarvi una buona lettura, perché almeno su quell'aspetto non ho nulla da
ridire.
Lo stile semplice, poi, non aiuta la non-trama ad
essere apprezzata di più. Per questo, se dovessi consigliare questo libro a
qualcuno, sarebbe un ragazzo di undici anni: qualcuno con poche esigenze, che
vuole una lettura 'tanto per' (che non cerca il capolavoro letterario del
secolo, per intenderci) e che non ricerca personaggi secondari particolarmente
caratterizzati.
VOTO
Sapevo già la tua opinione ma questa recensione secondo me rende al meglio lo sfacelo del libro. "Loki avrebbe potuto fare una gita al supermercato e si sarebbe ottenuto lo stesso risultato" GENIALE! Ovviamente non vedo l'ora di leggerlo perché voglio assolutamente farmi due risate 😂. Recensione bellissima come sempre! ❤️❤️
RispondiEliminaTi ringrazio, ma giuro che prima o poi riuscirò a farti superare il tuo lato masochista che ti porta a leggere soprattutto i "libri-delusione"!
EliminaIl modo in cui le dinamiche LGBTQI+ (quali?) sono state gestite è la cosa che mi ha infastidita di più. Più ci penso e più mi dà fastidio
RispondiEliminaPurtroppo non posso che concordare. Sono completamente inesistenti, e, considerando che il tema in realtà si è cercato di trattarlo, la questione si fa ancora più tragica.
EliminaSu questo romanzo ho sempre visto due schieramenti ben distinti: c'è chi lo ama e chi lo detesta. È interessante leggere finalmente una recensione che ne mette in luce aspetti positivi e negativi, così da riuscire meglio a farsi un'idea generale di cosa aspettarsi!
RispondiEliminaPurtroppo (o fortunatamente) questo libro ha diviso i lettori e, come dico nella recensione, io salverei ben poco, ma i gusti son gusti. Ti ringrazio e spero di essere riuscita ad offrire un quadro più ampio della situazione!
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