mercoledì 17 marzo 2021

Recensione: Loki, il giovane dio dell'inganno, di Mackenzi Lee

Salve, lettori e lettrici! Oggi vi porto una nuova recensione, un fantasy ispirato alla mitologia norrena uscito a marzo 2020 e che ha come protagonista un personaggio particolarmente amato. Sto parlando di: Loki, il giovane dio dell'inganno, di Mackenzi Lee!  Ho sempre trovato intrigante la sua figura, ma purtroppo le mie aspettative non sono state soddisfatte.

Salve, lettori e lettrici! Oggi vi porto una nuova recensione, un fantasy ispirato alla mitologia norrena uscito a marzo 2020 e che ha come protagonista un personaggio particolarmente amato. Sto parlando di: Loki, il giovane dio dell'inganno, di Mackenzi Lee!

Ho sempre trovato intrigante la sua figura, ma purtroppo le mie aspettative non sono state soddisfatte.

Ringrazio ugualmente la Mondadori per l'invio di una copia ARC in omaggio.


Loki, il giovane dio dell'inganno
di Mackenzi Lee

Salve, lettori e lettrici! Oggi vi porto una nuova recensione, un fantasy ispirato alla mitologia norrena uscito a marzo 2020 e che ha come protagonista un personaggio particolarmente amato. Sto parlando di: Loki, il giovane dio dell'inganno, di Mackenzi Lee!  Ho sempre trovato intrigante la sua figura, ma purtroppo le mie aspettative non sono state soddisfatte.


Trama

Non è ancora giunto il momento di misurarsi con gli Avengers: per ora il giovane Loki è impegnato al massimo delle sue forze per dimostrarsi eroico, mentre tutti intorno a lui lo ritengono inadeguato. Tutti tranne Amora, l'apprendista maga, che sente Loki come uno spirito affine e riesce a vedere la sua parte migliore. È l'unica che apprezzi la magia e la conoscenza. Un giorno però Loki e Amora causano la distruzione di uno degli oggetti magici più potenti conservati ad Asgard e lei viene esiliata su un pianeta dove i sui poteri svaniscono. Privato dell'unica persona che abbia visto la sua magia come un dono piuttosto che una minaccia, Loki scivola sempre più nell'ombra di suo fratello Thor. Ma quando tracce di magia vengono ritrovate sulla Terra e messe in relazione con alcuni omicidi, Odino manderà proprio Loki a scoprire cos'è successo. Mentre si infiltra nella Londra del diciannovesimo secolo, la città di Jack lo Squartatore, Loki intraprenderà una ricerca che va oltre la caccia a un assassino. E finirà per scoprire la fonte del proprio potere e quale sarà il suo destino.


Recensione 

Ho a lungo pensato come raccontarvi la mia esperienza con questo libro e alla fine ho deciso di partire dal titolo: Loki il giovane dio dell'inganno credo sia un titolo errato, perché di "dio dell'inganno" si è visto ben poco. Ma andiamo con ordine...

Come avrete già capito dalla trama, il Loki di cui si parla non è né il dio della mitologia norrena né la sua versione fumettistica della Marvel: è sostanzialmente un ragazzo dall'età non classificabile in quanto asgardiano (fasce temporali: è un problema che affronteremo più avanti), ma che per farvi meglio inquadrare vi posso paragonare senza problemi al classico teenager introverso, dalla famiglia problematica, con un forte senso di inadeguatezza causato dal bullismo subito e dall'atteggiamento un po' goffo e lo smalto nero. Ad affiancare il nostro giovane ed inesperto protagonista, troviamo il classico giocatore di football americano, il belloccio dai capelli biondi, gli occhi azzurri, schiere di ragazze affascinate alle spalle e una famiglia orgogliosa di lui. Devo specificarlo che è Thor o si intende? (Stereotipi ne abbiamo?). 

Nonostante il Loki della Lee non si possa definire il tipo che reagisce ai problemi della vita (sembra più che preferisca subirli), i motivi alla base delle sue insicurezze ci sono tutti. Infatti, nella prima parte del libro ci troviamo ad Asgard -dove avverrà il "fattaccio" già anticipato nella trama- e qui ci vengono raccontate le dinamiche interpersonali che il ragazzo ha con la sua famiglia. 

Piccolo avviso: non tratterò la veridicità di questi rapporti o dei personaggi in sé, perché non mi sento di essere informata a sufficienza per poter mettere a paragone le versioni mitologiche con quelle dell'autrice, ma sono piuttosto sicura che se cercate un libro fedele alla mitologia norrena... questo non è il libro che fa per voi. Ma proseguiamo! 

Come avevo già lasciato intendere sopra, Loki vive una famiglia disfunzionale: tra una madre passiva e sottomessa al marito, un padre che dovrebbe incarnare la saggezza e invece sembra terrorizzato dalla sua stessa ombra, e ciò che è peggio è che agisce di conseguenza, e un fratello chiaramente favorito e sicuramente poco onesto, simpatizzare con il nostro protagonista non viene così difficile. Devo dare merito all'autrice per il modo in cui è riuscita a rendere palpabile la frustrazione e il senso di inadeguatezza che Loki prova. Le varie situazioni che vengono presentate nella prima parte sono un colpo al cuore continuo e, se mal sopportate Thor, questo libro potrebbe peggiorare la situazione. 

Tanto ho trovato la Lee brava nel descrivere l'aspetto interiore e intimo del protagonista, oltre alle dinamiche interpersonali, tanto ho visto un calo nella qualità per quanto riguarda l'aspetto esteriore, più pratico: per intenderci, la trama
La narrazione dei fatti veri e propri, infatti, risulta prevedibile, banale, talvolta persino insensata e priva di fondamento. 

Non farò troppi giri di parole: la parte centrale del libro è completamente inutile. Non dà nulla al personaggio e potrebbe essere sostituita senza provocare il più piccolo sconvolgimento. Per quanto mi riguarda, una storia che non fa evolvere il protagonista, che sia in positivo o in negativo, non ha motivo di esistere, specialmente quando l'obiettivo non era quello di mantenere un personaggio statico, ma di farlo evolvere verso il cattivo che tutti noi conosciamo. 
Dopo aver letto fino all'ultima pagina vi posso dire che il libro si sarebbe potuto dimezzare e non ne avrebbe sofferto nessuno: importano solo l'inizio e il capitolo finale, come ci si arrivi e cosa accada è completamente irrilevante. Piuttosto che finire su Midgard, Loki avrebbe potuto fare una gita al supermercato e si sarebbe ottenuto lo stesso risultato. 

Loki, infatti, non cresce mai. Non matura, non impara. Da quello che mi viene presentato come il dio dell'inganno mi sarei aspettata molto di più. Ci viene raccontato esattamente un solo furto e vi posso dire che i borseggiatori davanti al Colosseo a Roma sono più bravi. 

La trama è debole e lo sa anche l'autrice che infatti cerca di vivacizzarla con colpi di scena che però vengono vissuti abbastanza passivamente. Si registra il nuovo andamento di trama e si va avanti: è tutto abbastanza prevedibile e se non lo è un'azione precisa, lo è il suo proseguo (oltre al fatto che il "cattivo" che sta agendo si individua ancora prima di arrivare sulla Terra...). 

Arriviamo ora ad una questione per me delicata: il tempo. Come scorre, come varia? Apparentemente sembrerebbe seguire la scia del jolly: "istruzioni per l'uso: mettere dove serve. Nessuna regola inclusa". Oltre ad Asgard, noi "visitiamo" altri due mondi: quello degli Elfi di Ghiaccio e quello degli umani. Se nel primo non viene minimamente accennato ad alcun gap temporale, alcuno scorrere del tempo diverso, nel secondo c'è questo "piccolo" particolare che si vede essere un mero tappabuchi di trama lontano un miglio o da Asgard (giusto per rimanere in tema). Mi tocca ripetermi, ma non posso fare altrimenti. Il nostro Loki è un ragazzino, probabilmente pure minorenne nella prima parte del libro, che nella sua vita il massimo che ha fatto è stato deludere il padre per la corporatura esile e i capelli neri, incapace di parlare per se stesso e specialmente di mentire o ingannare, eppure sulla Terra sono ben noti i libri sulla mitologia norrena, con il classico dio del caos e degli inganni, l'uomo adulto che si diverte a spese degli altri dei. Insomma, sulla Terra sembrerebbero essere avanti nel tempo, perché sono secoli che girano le leggende su di loro. Come questo sia possibile non ci è dato saperlo. Tutto quello che ci viene detto è che "il tempo è una cosa sfuggente e mutevole", ma più ci penso, meno cose tornano. Ovviamente questo espediente serve per far procedere la trama e mi dispiace dirlo, ma alla fine, facendo due conti, l'unica cosa utile che accade nella parte centrale del romanzo è l'unica che non ha fondamento alcuno. Non sto neanche a soffermarmi sul tempo che ci saremmo risparmiati se Loki si fosse deciso ad indagare prima su qualcosa che lo riguardava in prima persona.

Sulla lunghezza d'onda dell' "usare quando serve" troviamo la differenza di forza asgardiana da quella umana che si perde per strada e la magia di cui l'autrice sembra ricordarsi a momenti alterni: trasmutarsi a pagina dieci va bene, ma aprire una porta a pagina dodici no. Infatti, prima troviamo il paradosso di rapportarci con una civiltà -quella umana- che si aspetta di trovare il dio del caos, delle tenebre, del male etc etc e che poi lo tratta come un liceale uscito da un poster emo degli anni 2000, e poi un uso della magia privo di regole: se serve una scazzottata per aggiungere pagine ci dimentichiamo che stiamo parlando di uno stregone, quando poi dobbiamo mantenere alta la tensione e avere un ritmo serrato, ecco che volano raggi di energia. Non si tratta di far polemica, ma ci sono intere situazioni ed evoluzioni di trama che si sarebbero potute evitare con la magia e il lettore non solo si accorge delle incongruenze, ma anche dell'espediente poco ponderato, e questo non porta a nulla di buono. 

Da salvare potrei mettere la menzione all'essere genderfluid e bisessuale di Loki che riprende la versione mitologica, più che quella della Marvel, ma, per l'appunto, si tratterebbe solo di questo: menzioni di due righe contate (e non è un eufemismo). Ci viene persino detto che tali realtà ad Asgard non sono motivo di dibattito alcuno e che l'intolleranza umana apparrebbe insensata agli occhi di un asgardiano, ma alla fine quello che ci è stato mostrato di Asgard non solo è davvero poco, ma molto eteronormativo. Due sono le coppie che ci vengono presentate, entrambe eterosessuali (di cui una neanche troppo sana), e, tolto Loki e due personaggi, di Asgard non vediamo altro. 

Insomma, se cercate un libro fedele ai miti nordici, con un Loki machiavellico, ambiguo e scaltro, con reali temi LGBTQ+, con una trama, continuate a cercare altrove. A conti fatti, salvo solo le dinamiche interpersonali iniziali, e se questo per voi è sufficiente, non posso che augurarvi una buona lettura, perché almeno su quell'aspetto non ho nulla da ridire.

Lo stile semplice, poi, non aiuta la non-trama ad essere apprezzata di più. Per questo, se dovessi consigliare questo libro a qualcuno, sarebbe un ragazzo di undici anni: qualcuno con poche esigenze, che vuole una lettura 'tanto per' (che non cerca il capolavoro letterario del secolo, per intenderci) e che non ricerca personaggi secondari particolarmente caratterizzati. 

In conclusione, Loki, il giovane dio dell'inganno è un grande "vorrei ma non posso": grande potenziale sprecato e mal gestito. Non è che sia un libro completamente da buttare, ripeto, ma sono più le persone a cui lo sconsiglierei che quelle che inviterei a leggerlo. Avevo alte aspettative per questo libro, perché come sapete amo i personaggi "grigi" e Loki lo è sempre stato, ma a quanto pare io e la Lee la vediamo diversamente. 

 

VOTO




6 commenti:

  1. Sapevo già la tua opinione ma questa recensione secondo me rende al meglio lo sfacelo del libro. "Loki avrebbe potuto fare una gita al supermercato e si sarebbe ottenuto lo stesso risultato" GENIALE! Ovviamente non vedo l'ora di leggerlo perché voglio assolutamente farmi due risate 😂. Recensione bellissima come sempre! ❤️❤️

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti ringrazio, ma giuro che prima o poi riuscirò a farti superare il tuo lato masochista che ti porta a leggere soprattutto i "libri-delusione"!

      Elimina
  2. Il modo in cui le dinamiche LGBTQI+ (quali?) sono state gestite è la cosa che mi ha infastidita di più. Più ci penso e più mi dà fastidio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo non posso che concordare. Sono completamente inesistenti, e, considerando che il tema in realtà si è cercato di trattarlo, la questione si fa ancora più tragica.

      Elimina
  3. Su questo romanzo ho sempre visto due schieramenti ben distinti: c'è chi lo ama e chi lo detesta. È interessante leggere finalmente una recensione che ne mette in luce aspetti positivi e negativi, così da riuscire meglio a farsi un'idea generale di cosa aspettarsi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Purtroppo (o fortunatamente) questo libro ha diviso i lettori e, come dico nella recensione, io salverei ben poco, ma i gusti son gusti. Ti ringrazio e spero di essere riuscita ad offrire un quadro più ampio della situazione!

      Elimina